Un commissario italiano ai trasporti in Europa? Uggè: “Sarebbe un freno alla concorrenza sleale”

“C’è forse qualcuno che si illude che il nostro Paese dalla spartizione delle poltrone europee potrà ottenere un’assegnazione di prestigio? O addirittura auspicare un ruolo a livello economico finanziario? Non potremmo che augurarcelo ma lo riteniamo molto improbabile”. Parola di Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio che spiega anche le ragioni per cui esistono scarse probabilità: “Il nostro Paese è all’opposizione rispetto alla maggioranza che si formerà nel prossimo Parlamento europeo e i partiti che sono in maggioranza in Europa sono all’opposizione in Italia. Illudersi e tentare fino in fondo di ottenere un commissario europeo di prestigio è comprensibile ma credo irrealizzabile”. Esiste invece, sempre secondo Paolo Uggé, una posizione che il nostro Paese potrebbe ricoprire andando a occupare un ruolo che se ottenuto , potrebbe avere anche ricadute di natura economica: quello dei trasporti. “I concorrenti a tale posizione potrebbero essere i Paesi da poco entrati nell’Europa ma sarebbe per noi e per i Paesi storici un rischio da evitare”, afferma Uggè nella sua rubrica “il Punto” on line sul sito di Conftrasporto. “È evidente che sulle norme sociali sulla sicurezza la loro posizione sarebbe quella di mantenere il più a lungo possibile le condizioni di dumping sociale. Poiché non esiste dubbio che per un Paese come il nostro, che congiunge attraverso il mar Mediterraneo l’Europa all’Africa e che avrà un ruolo determinante nell’ipotesi della realizzazione della “via della Seta”, prima di considerare il ruolo di Commissario ai trasporti e alle infrastrutture, marginale forse si potrebbe compiere qualche riflessione. Non solo il tema dell’infrastrutturazione del Paese e tra questi l’attraversamento dell’arco alpino ma lo stesso sistema della portualità potrebbe avere ricadute interessanti e trasformarsi in grandi opportunità per la nostra economia. Certamente non mi illudo che questa ipotesi sia considerata con particolare e dovuta attenzione da parte di chi pensa di poter dettare leggi negli organismi europei e quindi la considererà minimale. Spero, tuttavia vi siano leader di partito che possano riflettere su un ruolo che invece potrebbe divenire un forte elemento di sviluppo. Con un commissario italiano che si occupi di trasporto potrebbero anche essere trovate le soluzioni tese a realizzare un area sempre più omogenea europea che darebbe più competitività all’economia comunitaria, sempre più chiamata a fronteggiare i grandi colossi come Stati Uniti , Cina e India ai quali potrebbe presto aggiungersi un competitore aggressivo come l’Africa. Molto probabilmente questa ipotesi farà storcere il naso a chi pensa che il nostro Paese merita di occupare posizioni più rilevanti. Ma la realtà, piaccia o meno, è che la nostra posizione non ci consente oggi di poter alzare i toni. Forse puntando a un ruolo, considerato, a torto, poco rilevante potremmo avere la possibilità di ottenerlo. Certo occorre crederci, impegnarsi con umiltà e avere presente il vecchio adagio che talvolta chi troppo vuole nulla stringe”.