Autorità portuali: aderire a un’associazione è davvero compatibile con il loro ruolo?

“Alcune Autorità portuali avrebbero aderito, seppure solo a titolo onorario, all’associazione logistica dell’intermodalità sostenibile Alis: il ministero per le Infrastrutture e i trasporti non ritiene che questa adesione sia incompatibile con le funzioni che tali Autorità devono garantire? E, se del caso, quali iniziative di competenza intende assumere in merito?” Sono queste le domande inviate al ministero guidato da Danilo Toninelli dall’onorevole di Fratelli d’Italia Mauro Rotelli che con un’interrogazione parlamentare ha riportato sotto i riflettori un “caso” emerso in seguito all’inchiesta della Procura della Repubblica di Livorno che ha coinvolto i vertici dell’Autorità di sistema del Tirreno settentrionale, l’ente che gestisce i porti di Livorno, Piombino, isola di Capraia, Portoferraio, Rio e Cavo. Un’indagine che ha visto gli indagati accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico per aver favorito in maniera illegale, secondo l’accusa, il gruppo Grimaldi ( che vede Guido Grimaldi al timone proprio di Alis), e alcune società a esso collegate, a discapito di altre compagnie di navigazione, impedendo la libera concorrenza e provocando ingenti danni all’erario. “In particolare, tra gli indagati,” si legge nell’interpellanza parlamentare, “figurano Stefano Corsini e Massimo Provinciali, rispettivamente residente e segretario generale dell’Autorità portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, presidente della medesima Autorità portuale fino al marzo 2017, e Matteo Paroli, fino all’ottobre 2015 dirigente del settore demanio dell’Autorità portuale livornese e oggi segretario generale dell’Autorità portuale di Ancona, tutti interdetti dai pubblici uffici per dodici mesi; sono indagati, inoltre, l’amministratore delegato della Sintermar spa e principale referente del gruppo di armatori Grimaldi nel porto di Livorno, Costantino Baldissara, il componente del consiglio di amministrazione della Sintermar Corrado Neri, e l’amministratore unico della Seatrag autostrade del mare Massimiliano Ercoli”. Al centro dell’inchiesta, si legge sempre nel documento inviato al ministero dall’onorevole Mauro Rotelli “le concessioni di alcune banchine del porto di Livorno per la movimentazione delle navi, assegnate formalmente in via temporanea ma nei fatti in modo duraturo e non occasionale, favorendo la compagnia di navigazione Grimaldi rispetto alle altre e applicando, nel suo caso, anche tariffe scontate”. Un “disegno criminoso”, come scrive nell’ordinanza di misura interdittiva il giudice per le indagini preliminari, che gli interessati avrebbero messo in atto praticando una “torsione delle norme di disciplina delle aree demaniali a tutto favore dell’armatore Grimaldi, dietro l’ammonimento, neanche tanto implicito del medesimo di abbandonare il porto di Livorno in caso di mutamento dei soggetti abilitati ad operare sulle aree retrostanti gli accosti”. Sempre secondo le accuse in questo modo alle società veniva procurato “un ingiusto vantaggio patrimoniale nell’avere per anni l’uso stabile ed esclusivo delle aree (…) senza doversi confrontare con la concorrenza di altre imprese di settore pur interessate a degli accosti, nonché nel non presentare le previste fideiussioni, nel pagare meno del dovuto per l’occupazione e nel beneficiare di illegittime riduzioni del canone previsto”. L’interrogazione parlamentare si chiude con un’ultima domanda: non sarebbe il caso di  fare chiarezza oltre che sulle attività dell’Autorità portuale di Livorno anche su quelle di Autorità di altri porti nei quali si rileva una massiccia presenza del gruppo armatoriale Grimaldi?