“Salvini? Oltre che di sbarchi clandestini si occupi degli imbarchi dei lavoratori sulle navi”

“Ministro Salvini, oltre che occuparsi di sbarchi clandestini perché non si occupa di imbarchi di lavoratori extracomunitari pagati con stipendi da fame… Vada “a fondo” sullo scandalo dei marinai extracomunitari sfruttati per trarre il massimo profitto sui traghetti.” Il messaggio, lanciato nel mare del web per commentare un articolo su un incontro avuto nei giorni scorsi fra il ministro degli Interni ed esponenti di Alis, l’associazione logistica dell’Intermodalità sostenibile guidata dall’armatore Guido Grimaldi, riporta a galla, alla vigilia delle elezioni europee, un “caso” letteralmente esploso tre anni fa con scambi di colpi durissimi fra due leader dell’armamento italiano e internazionale come Guido Grimaldi, appunto, e Vincenzo Onorato. Con il primo accusato, senza mezzi termini, dal secondo di percepire ingenti aiuti economici dallo Stato assumendo però poi extracomunitari, per di più sottopagati. Un’accusa pesantissima quella lanciata da Vincenzo Onorato, che nel giugno 2016 aveva addirittura denunciato la necessità di “metter fine alla schiavitù legalizzata del terzo millennio, con personale extracomunitario su navi europee che non può neppure scendere dalle imbarcazioni”, invitando l’Unione europea a “mettere la stessa maniacale e giusta attenzione che pone nell’antinquinamento su qualità e sicurezza a bordo delle navi”. E domandandosi “come sia possibile che su navi che battono bandiera italiana, usufruendo di sgravi fiscali, su 600 persone a bordo soltanto cinque o sei siano italiani”. Una domanda che l’armatore di Moby e Tirrenia ha poi ribadito più volte in questi tre anni, ma senza ottenere risposte. Nel frattempo i casi di scafisti hanno invece riempito le prime pagine di giornali e telegiornali praticamente quasi ogni giorno, mentre su questo “caso” nessuno sembra essere andato “a fondo”. Compreso il ministro Salvini? L’invito rivoltogli in rete proprio alla vigilia del voto europeo (solo un caso?) ora dà però al ministro degli Interni l’opportunità (nel caso non l’avesse già fatto) d’intervenire, facendo luce oltre che sugli “sbarchi” anche sugli “imbarchi”. Dando risposta alla domanda di moltissime persone. A partire proprio da quella messa in rete da un “navigatore nel mare di Internet” che ha riportato a galla, col suo commento,  il “caso”. Un lettore molto probabilmente  non “simpatizzante” di Alis, così come del resto anche un altro lettore che ha lanciato, sempre via web, un altro spunto per fare qualche verifica, domandandosi se “il fatto che gli autotrasportatori che non si associano a una ben precisa realtà trovino poi particolari difficoltà a caricare i propri camion su certi traghetti sia solo un caso fortuito…”.