Fai o non fai? Chi se non la Federazione autotrasportatori italiani (la Fai, appunto…) avrebbe potuto rivolgere una simile domanda al Governo sulla Tav? Nessuno. E infatti sono stati proprio i rappresentanti della più importante associazione del settore a farlo, stampandola a grandi caratteri su uno striscione portato piazza a Torino dove il popolo dei “Si Tav”(20mila per gli organizzatori, 12mila per la questura) è tornato in piazza a manifestare. Una protesta mandata in scena da di chi chiede all’Italia di crescere e non certo una decrescita che appare, ogni giorno che passa, sempre più infelice, come ha sottolineato, nel suo appuntamento settimanale con gli associati sul sito Conftrasporto.itil vicepresidente nazionale Paolo Uggè. Evidenziando come, dati statistici alla mano, il nostro “rimanga il Paese che cresce di meno e fa registrare i dati peggiori sull’occupazione, soprattutto quella giovanile, come testimoniano anche le recenti analisi del Centro studi di Confcommercio”. Una realtà che, scrive Paolo Uggé, “la classe politica prova a nascondere sostenendo che la crisi stia investendo tutti i Paesi europei ma tacendo che mentre altri hanno recuperato i livelli anti 2008, mentre l’italia non vi è riuscita”. Una realtà che invece è ben chiara a chi ha deciso di scendere di nuovo in piazza per dire sì ai progetti capaci di creare lavoro e rendere competitivo il Paese sui mercati internazionali. Autotrasportatori in testa, stanchi di veder le loro imprese soffrire o , peggio, chiuderei battenti, vittime di una decrescita felice forse solo per chi non sa cosa voglia dire lavorare.