Paura di sempre più frequenti limitazioni alla circolazione anche delle vetture a gasolio di ultima generazione, gli Euro6; timore che le principali case automobilistiche possano bloccarne a breve la produzione di modelli diesel. Sono queste le principali ragioni che hanno spinto addirittura sette italiani su dieci a dichiarare di non sentirsi più sicuri ad acquistare un’auto a gasolio. Una diffidenza sempre più diffusa, frutto anche delle possibilità di accesso a incentivi per l’acquisto di vetture elettriche, oltreche di una vera e propria campagna di demonizzazione contro il diesel, emersa chiaramente dallo studio “Cittadini nel caos: quale motore scegliamo?” realizzato da Doxa in esclusiva per #FORUMAutoMotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore, e presentato a Milano da Barbara Galli in occasione dell’evento “Tradizione vs innovazione: lo scontro sui carburanti”. Uno studio che ha evidenziato come il 71 per cento degli italiani (in crescita di 4 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione) non si senta più sicuro ad acquistare un’auto diesel perché ci sono sempre più Comuni che ne impediscono la circolazione; come il 68 per cento (dato anch’esso in crescita di 7 punti percentuali) abbia il timore che molte marche possano addirittura bloccarne a breve la produzione; come il 58 per cento abbia addirittura paura che la produzione dei diesel possa essere bloccata nell’arco di un paio d’anni (+6 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente). Con, in aggiunta, moltissimi i dubbi sulla possibilità di sopravvivenza anche dei diesel di nuova generazione, nonostante uno zoccolo duro del 13 per cento di italiani sia ancora fermamente convinto che continueranno a circolare per lungo tempo. Paure espresse da automobilisti che, intervistati, hanno confermato una generale incertezza in materia di motorizzazioni e carburanti su cui puntare, combattuti fra falsi miti e alternative di cui non si conoscono fino in fondo i limiti e le opportunità, incluse le soluzioni finanziarie. Come scegliere allora? In molti sembrano privilegiare la “via di mezzo” , con la motorizzazione ibrida che per il 29 per cento degli intervistati appare la scelta futura più probabile, almeno in attesa di informazioni sempre più chiare che gli acquirenti di auto chiedono di poter avere per fare la scelta giusta dell’alimentazione. “Ai guidatori serve sempre più una guida”, ha confermato Barbara Galli, BU Director di Doxa. “Ci troviamo di fronte a cittadini affamati di rassicurazioni, che si rivolgono a tutte le fonti possibili per raccogliere elementi su cui fondare le proprie scelte, destinate ad avere un impatto non solo economico ma anche psicologico di rilievo. L’analisi del search di Google mostra infatti trend in forte crescita delle ricerche online relative a ibrido ed elettrico, con picchi in corrispondenza agli annunci di possibili dismissione del diesel o a blocchi della circolazione, piuttosto che a incentivi, come l’esenzione del bollo per le auto ibride, o ancora la Legge di bilancio, con la previsione della liberalizzazione della Ztl per auto elettriche e ibride. Anche le dinamiche di post e commenti, nel web interattivo, seguono uno schema analogo: le 45mila interazioni nell’ultimo anno sul diesel, raccontano di cittadini coinvolti in e da discussioni sul dieselgate, che non accennano a esaurirsi, e possibili blocchi e restrizioni. Le quasi 90mila interazioni sulle auto ibride e le 78mila sulle elettriche parlano di guidatori attratti dagli incentivi e dall’ecologia in senso lato, ma anche delle loro perplessità (sulla diffusione delle stazioni di ricarica, sulla durata e sulle modalità di smaltimento delle batterie, sulla reale eco-compatibilità dell’elettrico)”. Discussioni in rete alimentate pesantemente anche da quella che appare una vera e propria “lobby anti-diesel, e più in generale ostile alla mobilità a motore”, oltre che da chi racconta “una mobilità, allo stato dei fatti, non ancora realizzabile, ma sulla bocca di tutti, che ha avuto nel dieselgate del 2015 l’assist fondamentale”. Un dibattito destinato ad accelerare sempre di più, alimentato, purtroppo, spesso anche da disinformazione e autentica ignoranza, come ha voluto sottolineare Pierluigi Bonora, giornalista e promotore di #FORUMAutoMotive. “Un esempio è dato dal fatto che si continua erroneamente a indicare la CO2 come un gas inquinante invece che climalterante. Affidarsi solo ai social, a influencer improvvisati e ai professionisti del copia e incolla porta a questi risultati. Senza sapere che in gioco ci sono anche e soprattutto aspetti di sviluppo economico e posti di lavoro a rischio. Intervenire duramente ora è tardi, i giochi sembrano fatti. Resta solo da limitare i danni”.
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