“Abbiamo lottato perché il Corridoio 5 non passasse in Svizzera, più a Nord. Se ora la Tav non si fa si mette a repentaglio anche l’immagine dello Stato. Chi vorrà mai più venire in Italia ad investire?”. A lanciare l’allarme, ipotizzando una fuga d’investitori da un Paese incapace di adeguarsi infrastrutturalmente, è il presidente dell’Ance costruttori, Gabriele Buia, secondo cui la Tav è un progetto che si deve realizzare assolutamente. “Non è un discorso corporativo di noi costruttori. Se ne parla da troppi anni. Non si può che ogni volta, a ogni cambio di governo, si veda e si riveda l’opera”, ha affermato Buia in un’intervista al quotidiano La Stampa. “Vorrei ricordare oltretutto che abbiamo preso accordi internazionali che vanno onorati, con la Francia e con l’Unione Europea”. E a proposito di contratti, e del rischio che ci possano essere richieste di risarcimento o di azioni legali, il presidente dell’Ance costruttori ha evidenziato “il discorso risarcimento, che l’Italia dovrebbe pagare alla Francia e all’Europa. Ci sono i due miliardi da pagare come penale per la mancata realizzazione e soprattutto non arriverebbero più in Italia i 3 miliardi e 800 milioni già stanziati dalla Ue per le infrastrutture in Italia. Senza dimenticare che in ballo ci sono anche 50 mila posti di lavoro”