A cosa serve il sindacato d’impresa o dei lavoratori? La domanda, bisogna ammetterlo, è sempre più ricorrente, soprattutto tra i giovani, ed è sicuramente alimentata da alcuni esempi, forniti in questi ultimi tempi, che non hanno aiutato a rafforzare l’idea dell’utilità dei corpi intermedi. Critiche che hanno trovato terreno fertile anche nelle prese di posizione di alcuni uomini politici, oltre che nel costante venir meno del valore della partecipazione, e che hanno rafforzato l’idea secondo cui “uno vale uno”, con l’autosufficienza in grado di soddisfare meglio le proprie esigenze, o forse meglio dire egoismi. Disvalori sempre più diffusi, che favoriscono e producono la convinzione dell’inutilità di sentirsi parte di una comunità. Anche nel mondo dell’autotrasporto il fenomeno è presente, con un allontanamento dal mondo associativo che viene trainato sempre più spesso da luoghi comuni e dalla mancanza di una necessaria riflessione, anche se le differenze tra i vari soggetti della rappresentanza esistono. Così come del resto esistono leader che favoriscono l’avvicinamento o l’allontanamento dal mondo della rappresentanza. Leader che in qualche caso credono di essere in grado di risolvere meglio i problemi da soli e che forse dovrebbero domandarsi onestamente se sarebbero stati in grado di ottenere, in questi ultimi anni, quei risultati che solo attraverso l’azione sindacale il settore ha potuto raggiungere. Chi pensa davvero di poter andare da solo per la proprio strada provi a rispondere, possibilmente in modo oggettivo. C’è chi sostiene che i dirigenti sindacali pensano ai propri interessi o solo a conservare la “poltrona”? Certamente soggetti simili esistono, ma proprio per questo l’adesione è una scelta libera, con la possibilità di scegliere liberamente se partire dagli interessi di qualcuno oppure dai valori trasmessi a tutti e dalla volontà (oltre che dalla capacità di saperlo fare…) di incidere sulla definizione delle linee. Il tutto nella consapevolezza che il “sindacato” (termine che vale sia per chi tutela i lavoratori sia per le imprese) non è un sarto che produce vestiti “su misura”, ma punta agli interessi più generali. Due notizie di questa settimana, che riguardano le deroghe per i divieti di circolazione per i mezzi pesanti in tutta Italia e le autorizzazioni per trasporti eccezionali nella provincia di Lodi, suonano a conferma di quanto detto. Perché è stato il lavoro associativo a far ottenere dal Consiglio di Stato una sentenza favorevole per l’attività di trasporto, con la bocciatura della richiesta di un’associazione dei consumatori tendente ad ampliare i divieti di circolazione; perché è stata la presa di posizione di Conftrasporto a far ritenere legittime le autorizzazioni ai trasporti eccezionali già rilasciate e che una circolare della provincia di Lodi aveva invece annullato. Quanti apprezzano? Non capita troppo spesso che vi sia un riconoscimento positivo sui risultati raggiunti, mentre capita invece spessissimo che tutto sembri dovuto. Viviamo in un mondo che avrebbe più bisogno di comprensione (per capire l’utilità di certi corpi intermedi) e di riconoscenza (per ringraziare chi ha lavorato per raggiungere certi traguardi per tutti). Ma che avrebbe bisogno anche di umiltà, necessaria per comprendere, per esempio, come e perché certe norme nascono e cosa dispongono. Non è per tutti conoscere la differenza tra leggi delega e quelle ordinarie. Sostenere che la norma relativa ai trasporti eccezionali entri in vigore subito è un errore: prima la legge deve essere approvata dalle Camere poi, dopo aver sentito le Commissioni parlamentari competenti, si possono emanare le nuove disposizioni. Su una questione delicata che vede interessi diversi e contrastanti il compito serio di un’associazione è saper conciliare gli interessi generali con quelli particolari. Esprimere giudizi sprezzanti e frutto della non conoscenza non aiuta a produrre positività ma solo danni. Prima di dare giudizi si può sempre chiedere spiegazioni. Nessuno nasce “imparato” e anche i laureati talvolta non sono onniscienti. Saper discernere nel difficile ruolo di rappresentare gli interessi variegati è l’unica strada che consente le soluzioni mediate che a volte sono utili a riparare gli errori commessi da chi pensando solo ai propri interessi ha favorito il determinarsi di situazioni complesse.
Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio