UberPop resta fuorilegge, lo ha stabilito il Tribunale di Torino: “Vietato in tutta Italia”

UberPop resta fuorilegge. Lo hanno stabilito i giudici della prima sezione civile del Tribunale di Torino che hanno giudicato “concorrenza sleale” l’attività svolta da Uber con i “drivers reclutati attraverso il servizio già denominato ‘UberPop’ (o altro equivalente, comunque denominato)”. Il tribunale, si legge nella sentenza, ha inibito al gruppo statunitense “l’utilizzazione sul territorio nazionale dell’app denominata ‘UberPop’ e, comunque, la prestazione di un servizio – comunque denominato e con qualsiasi mezzo promosso e diffuso – che organizzi, diffonda e promuova da parte di soggetti privi di autorizzazione amministrativa e/o di licenza un trasporto terzi dietro corrispettivo su richiesta del trasportato, in modo non continuativo o periodico, su itinerari e secondo orari stabiliti di volta in volta”. 

La causa civile era stata intentata a Torino da Uber contro le sigle sindacali dei tassisti dopo nel 2015 a Milano i giudici avevano deciso lo stop della app UberPop proprio per “concorrenza sleale”. Il Tribunale di Torino ha anche condannato il gruppo Uber a rimborsare ai tassisti le “spese processuali”. UberPop è stata “un’importante esperienza che tuttavia non rappresenta più il modo di operare dell’azienda in Italia, da quasi due anni”, commentano da Uber. “Oggi chi utilizza Uber si affida unicamente ad autisti professionisti che hanno una regolare autorizzazione al trasporto di persone, un sistema che si è rivelato efficace e che, a seguito delle riforme recentemente annunciate, ci auguriamo possa introdurre quanto prima anche nuove forme di mobilità a basso costo nel nostro Paese”. Ma non è finita qui: giovedì a Roma si terrà l’ultima udienza della causa intentata dai tassisti contro Uber per bloccare, sempre per concorrenza sleale, su tutto il territorio nazionale anche il servizio Uber-black, che prevede il viaggio con autista a bordo di una berlina nera. 

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