L’Italia cambia gli autobus. Delrio: “La priorità sono i pendolari. Arrivano 4,5 miliardi di euro”

“Le priorità sono i pendolari e il potenziamento dei trasporti pubblici locali, con un piano da 4,5 miliardi”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio in un’intervista al Messaggero. “Il parco mezzi pubblici italiani su gomma è il più vecchio e inquinante d’Europa. Bisogna cambiare. Ne va della qualità del servizio ai cittadini e dell’aria nelle nostre città”, ha spiegato Delrio.


“Ci siamo posti il problema già nel 2016 e abbiamo a disposizione, come cofinanziamenti agli enti locali, 700 milioni di euro. Ora siamo pronti per il decreto che permette di mandare a gara l’acquisto di autobus in quote regionali per un valore di oltre 3,7 miliardi, previsti dalla legge di Stabilità 2017, dal 2019 al 2033. Quindi quasi 4,5 miliardi di euro per il più grande ricambio di mezzi pubblici mai fatto finora in Italia”.
“Nel 2016 abbiamo messo molte scelte per infrastrutture e trasporti sulla buona strada. Penso ai corridoi europei come l’Alta Velocità Napoli-Bari e alle opere transfrontaliere come i tunnel del Brennero e il Terzo Valico”, ha spiegato il ministro. “Nel 2017 aprirà la stazione per l’Alta velocità di Afragola. Tra le opere principali di Anas, che ha appena completato la Quadrilatero, ci saranno la Jonica e la manutenzione straordinaria della Orte Mestre”. Il progetto di un matrimonio Fs-Anas c’è ancora, ha detto Delrio. “Entrambe le società in questo anno rafforzeranno le proprie performance, per affrontare meglio la sfida. Rfi, che si occupa di infrastrutture ferroviarie, ha investito 2,7 miliardi nel 2014 e nel 2017 dovrebbe arrivare a quota 4,6 miliardi. L’Anas da 1,7 del 2015 passerà a 2,6 miliardi nel 2017”. Sulla possibilità che le Ferrovie acquistino l’Atac, l’azienda dei trasporti romana, per salvarla dal fallimento, “siamo sempre pronti a collaborare per aiutare i cittadini, ma è il Comune che decide le sue strategie”, ha detto Delrio. Quanto ad Alitalia, “l’esecutivo ha fatto molto. Chiaramente problemi sono strutturali e vanno affrontati in modo definitivo”. Del Ponte sullo Stretto “se ne potrà ragionare nell’ambito del corridoio Napoli-Palermo ad alta velocità, cioè in base a una valutazione di costi e benefici e con la procedura del dibattito pubblico”.