Meno treni per i pendolari e prezzi più alti: la linea peggiore è la Roma-Ostia Lido

Alta velocità e treni per i pendolari non viaggiano paralleli come i binari. La distanza si allarga sempre più, visto che per i primi l’offerta cresce, mentre regionali e intercity hanno meno corse e prezzi più alti. Secondo la campagna Pendolaria 2016 di Legambiente, infatti, sull’Alta velocità l’offerta per la Roma-Milano è cresciuta del 276 per cento dal 2007, mentre sono diminuiti i treni intercity e regionali (in 15 regioni), con tariffe in molti casi in aumento (in 16 regioni). Dal 2010 a oggi, spiega Legambiente, per la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si stimano tagli del 6,5 per cento nel servizio regionale e del 19,7 per cento per gli intercity.


Il taglio più pesante (-26,4 per cento) è quello subito dalla Calabria, seguita da Basilicata (18,9 per cento) e Campania (-15,1 per cento). Il servizio è aumentato soltanto in poche regioni, con la Provincia di Bolzano che fa segnare i dati migliori. Sul fronte tariffe, piangono soprattutto i pendolari di Piemonte (+47,3 per cento), Liguria (+41,24 per cento) e Campania (+36,1 per cento). Legambiente indica anche le dieci linee peggiori, scelte “in base a criteri relativi alla qualità del servizio, alle proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, alla disponibilità di orari adatti all’utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni”. Le peggiori sono ancora una volta la Roma-Ostia Lido e la Circumvesuviana: nella prima, spiega Legambiente, “il servizio della linea suburbana gestita da Atac appare totalmente inadeguato alla domanda di spostamento dei circa 100.000 studenti e lavoratori quotidiani. Guasti e problemi tecnici si ripercuotono sugli utenti tra corse che saltano senza che venga fornita un’adeguata informazione e continui ritardi”. Per il rapporto di Legambiente i 28 chilometri vengono “coperti con lentezza esasperante da treni vecchi (spesso di oltre 20 anni), sovraffollati, privi di aria condizionata d’estate o riscaldamento d’inverno”. Sulla Circumvesuviana “il pendolare non fa più caso ai ritardi. La speranza, semmai, è che la corsa non venga cancellata e che si arrivi a destinazione senza gravi intoppi perché il peggio non sarebbe il probabile guasto ma l’incidente o il principio di incendio, oppure il finestrino preso a sassate”. Il podio è completato dalla Reggio Calabria-Taranto, “la linea che dovrebbe unire le regioni del Sud, i centri turistici e i porti, garantendo un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori, attualmente in uno stato di grave degrado”, spiega Legambiente. Al quarto posto c’è la Messina-Catania-Siracusa, seguita dalla Cremona-Brescia, dalla Pescara-Roma, i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara dalla Casale Monferrato chiuse a seguito del tagli decisi dalla Regione Piemonte; la tratta Bari-Martina Franca-Taranto si colloca al ottavo posto, al nono la Treviso-Portogruaro e al decimo la Genova-Acqui Terme. In Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni regionali con un’età media 17,2 anni (il 69 per cento supera i 15 anni), con differenze marcate tra centro-nord e sud. La regione con i treni più vecchi è l’Abruzzo (24,1 anni) seguita da Basilicata (23,3) e Sicilia (23,2). L’età media in generale è migliorata rispetto al 2015 (era 18,6) per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli più vecchi (Puglia e Lombardia). Per i prossimi anni, però, avverte Legambiente, “non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni” e quindi “si rischiano ulteriori tagli”. Per il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, “il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio” e “occorre quanto prima trasferire la gestione delle infrastrutture regionali a Rfi (Rete ferroviaria italiana), per realizzare investimenti in sicurezza e efficienza delle linee, e affidare il servizio con gare europee”. Infine, ma non per importanza, “è necessario garantire gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutte le linee del Paese” vista la differenza dimostrata anche dal drammatico incidente del 12 luglio, tra Andria e Corato, in provincia di Bari.

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