Trasporti eccezionali: c’è chi li ha usati per dividere le spese ma ha moltiplicato i pericoli

Ho letto con grande attenzione gli articoli pubblicati a commento del crollo di un cavalcavia in provincia di Lecco. Il giornale La Provincia di Como addirittura ha chiesto con forza: “ora diteci chi è il colpevole”. Occorre subito affermare che le responsabilità salgono molto in alto e coinvolgono interessi di imprenditori e la superficialità di alcuni uomini politici. Certamente si cercherà di scaricare le responsabilità su funzionari locali ma il vero problema e la vera domanda che i media dovrebbero porsi è sul numero dei manufatti che potrebbero trovarsi nelle medesime condizioni, visto l’elevato numero di automezzi con portata fino a 108 tonnnellate in circolazione. Innanzitutto i trasportatori per effettuare tali viaggi debbono richiedere una autorizzazione ai competenti uffici che la rilasciano indicando i percorsi autorizzati. Quindi nella fattispecie non esiste responsabilità del conducente dell’automezzo pesante. Continua a leggere



Cavalcavia crollato anche sotto il peso della vergogna: quella di chi non ascoltò gli appelli

E’ un’autentica ondata di vergogna quella che si sta sta rovesciando sulla tragedia di Annone Brianza dove un tir carico di coils, pesantissimi rotoli d’acciaio per i quali è prevista la possibilità di caricare su un mezzo pesante fino a 108 tonnellate di merce, ha fatto crollare un viadotto provocando la morte di una persona e il ferimento di altre cinque. Una vergogna alimentata dalle denunce fatte per anni e rimaste inascoltate, come se la sicurezza stradale non fosse importante, come se l’unica cosa davvero da tutelare fosse il massimo guadagno da garantire alla committenza: tir caricati fino a 108 tonnellate, per far fare meno viaggi, per guadagnare di più. E chissenefrega se quei pesi mostruosi passavano su ponticelli traballanti. Denunce come quella, da brividi riletta all’indomani della tragedia nel lecchese, fatta da Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo nel giugno 2011 e pubblicata sul superblog del tgcom 24 stradafacendo. Continua a leggere



Il Tir coinvolto nel crollo del cavalcavia aveva le autorizzazioni per effettuare quel trasporto

Il tir coinvolto nel crollo del cavalcavia ad Annone Brianza “viaggiava nel pieno rispetto dell’autorizzazione rilasciata dalla competente Amministrazione provinciale e delle norme del codice della strada che disciplinano il trasporto eccezionale”. Ad affermarlo, in un comunicato, sono i responsabili della società Nicoli Trasporti Spedizioni spa, proprietaria del mezzo pesante. “la società, rimasta suo malgrado coinvolta nel sinistro verificatosi in data 28 ottobre 2016 in Annone Brianza, esprime le più sentite condoglianze ai parenti del signor Claudio Bertini e augura una pronta guarigione alle persone rimaste ferite fra cui il proprio dipendente Ciorei Vasile”, si afferma nel comunicato, aggiungendo che “si coglie l’occasione per chiarire che, all’atto del sinistro, il proprio mezzo viaggiava nel pieno rispetto dell’autorizzazione rilasciata dalla competente Amministrazione Provinciale e delle norme del codice della strada che disciplinano il trasporto eccezionale. Continua a leggere



“Quei Tir rischiano di far crollare i ponti”. Sei anni fa la denuncia mai ascoltata…

“Quei Tir rischiano di far crollare i ponti, ma nessuno lo dice”. Risuona come la cronaca di una tragedia annunciata, di un atto d’accusa che può esigere solo  una condanna per chi non ha saputo o voluto ascoltarlo, l’appello lanciato dal presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè. Già, perché quell’appello, diventato il titolo di un articolo apparso sul superblog del tgcom24 ” stradafacendo”, non è stato pubblicato all’indomani della tragedia di Annone Brianza, dove un tir che trasportava 70 tonnellate di bobine d’acciaio ha “sfondato” un vecchio e malconcio cavalcavia uccidendo un automobilista, Claudio Bertini 68 anni di Civate,  e ferendo cinque persone: quell’appello è stato lanciato cinque anni fa per denunciare pericoli che nessuno aveva  saputo o voluto valutare come avrebbero meritato,  per denunciare come un ricorso presentato ai giudici del Tar, il tribunale regionale amministrativo, del Lazio pendesse inascoltato da cinque anni. Che  sommati ad altri cinque anni trascorsi fino alla tragedia di Annone Brianza, fanno 10 anni. Continua a leggere