Lo Stato tolga i privilegi fiscali agli armatori che imbarcano extracomunitari a stipendi da fame

vincenzo-onorato-a-cernobbio“Gli armatori sono una categoria fortunatissima, perché grazie a una legge del 1998 pagano pochissime tasse. Purtroppo però c’è chi questi privilegi non li usa come dovrebbe, ovvero per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, in mare, per migliaia di giovani, preferendo imbarcare personale extracomunitario a 600 dollari il mese per ottenere il massimo guadagno. Ebbene, a questi armatori andrebbero tolti i privilegi fiscali,  lo Stato dovrebbe costringerli a pagare interamente le tasse”. Il sorriso è come sempre stampato sul volto, il tono della voce cordialissimo, ma il contenuto delle parole usate da Vincenzo Onorato per denunciare una volta di più lo scandalo dei marinai extracomunitari sfruttati per trarre il massimo profitto sui traghetti è durissimo. 

Un nuovo attacco che  Vincenzo Onorato, recentemente uscito da Confitarma per mettersi al timone di Fedarlinea proprio in seguito a questa vicenda, ha sferrato dalla sala stampa allestita a Villa d’Este, a Cernobbio, in occasione del secondo Forum internazionale di Conftrasporto a cui Fedarlinea aderisce. “Se volessi approfittare di questa situazione e imbarcare a mia volta sulle navi extracomunitari ridotti quasi a schiavi risparmierei qualcosa come 10 milioni di euro al mese”, ha proseguito l’armatore di Moby e Tirrenia, “ma preferisco essere considerato lo “stupido del villaggio” che paga regolarmente le tasse piuttosto che farlo”. E, proprio in virtù di questa scelta, autorizzato a dichiarare che a questa situazione va detto basta una volta per tutte. “Me ne sono andato da Confitarma, (associazione presieduta da Emanuele Grimaldi, armatore dell’omonimo gruppo ndr), sbattendo la porta”, ha affermato sempre Vincenzo Onorato rispondendo a una domanda di un giornalista dell’agenzia Ansa. “La mia è una famiglia di armatori da sempre, abbiamo dipendenti appartenenti a famiglie che da tre generazioni stanno con noi. Cosa dovrei fare, andare da loro e dire: “da domani tutti a casa”, per imbarcare dipendenti che consentirebbero di tagliare oltre 2000 euro al mese di costi? Io sono appassionato di vela, a Napoli come armatore di Mascalzone Latino ho creato una scuola per oltre 200 ragazzi presi dalla strada, per impedire che potessero prendere una brutta strada e magari per fargli imboccare la rotta di una carriera in mare. Una possibilità che chi imbarca extracomunitari pagandoli una miseria, senza pagare per di più le tasse, fa affondare sul nascere. Il Governo deve obbligare a pagare le tasse agli armatori che hanno deciso di percorrere questa rotta”.