Un nuovo attacco che Vincenzo Onorato, recentemente uscito da Confitarma per mettersi al timone di Fedarlinea proprio in seguito a questa vicenda, ha sferrato dalla sala stampa allestita a Villa d’Este, a Cernobbio, in occasione del secondo Forum internazionale di Conftrasporto a cui Fedarlinea aderisce. “Se volessi approfittare di questa situazione e imbarcare a mia volta sulle navi extracomunitari ridotti quasi a schiavi risparmierei qualcosa come 10 milioni di euro al mese”, ha proseguito l’armatore di Moby e Tirrenia, “ma preferisco essere considerato lo “stupido del villaggio” che paga regolarmente le tasse piuttosto che farlo”. E, proprio in virtù di questa scelta, autorizzato a dichiarare che a questa situazione va detto basta una volta per tutte. “Me ne sono andato da Confitarma, (associazione presieduta da Emanuele Grimaldi, armatore dell’omonimo gruppo ndr), sbattendo la porta”, ha affermato sempre Vincenzo Onorato rispondendo a una domanda di un giornalista dell’agenzia Ansa. “La mia è una famiglia di armatori da sempre, abbiamo dipendenti appartenenti a famiglie che da tre generazioni stanno con noi. Cosa dovrei fare, andare da loro e dire: “da domani tutti a casa”, per imbarcare dipendenti che consentirebbero di tagliare oltre 2000 euro al mese di costi? Io sono appassionato di vela, a Napoli come armatore di Mascalzone Latino ho creato una scuola per oltre 200 ragazzi presi dalla strada, per impedire che potessero prendere una brutta strada e magari per fargli imboccare la rotta di una carriera in mare. Una possibilità che chi imbarca extracomunitari pagandoli una miseria, senza pagare per di più le tasse, fa affondare sul nascere. Il Governo deve obbligare a pagare le tasse agli armatori che hanno deciso di percorrere questa rotta”.