Taxi e auto a noleggio: attenti a non liberalizzare la possibilità di uccidere

Si registrano sempre più appelli, anche da parte di illuminati professori universitari, sulle positività che le liberalizzazioni, se attuate in tutti i settori, porterebbero ai cittadini. Ma attenzione: le generalizzazioni sono spesso pericolose. A dimostrarlo sono i fatti, registrati laddove si è deciso di seguire questa strada senza comprendere che se è necessario dire sì al mercato libero è altrettanto indispensabile saper pronunciare un secco no al Far West. Ottenendo risultati di segno opposto. Ci sono alcuni settori in particolare, quelli che impattano sulla sicurezza e la salute, come i trasporti, che debbono seguire in modo ferreo queste regole se non si vuole  correre il pericolo di danneggiare  gli utenti. Si vuole rendere “libero” un colosso mondiale come Uber di fornire un taxi o un’auto a noleggio con conducente tramite una banalissima App sul telefonino? Può essere una nuova strada: ma chi garantirà che il conducente abbia i requisiti che le leggi comunitarie prevedono per esercitare l’attività di trasporto di persone e merci? E quali garanzie  avrà il passeggero di essere risarcito in caso d’incidente se il fornitore del servizio è di fatto soltanto una piattaforma informatica, senza alcun obbligo di  dimostrare capacità professionale, finanziaria e onorabilità? Chi pensa che il mercato faccia sempre emergere il “fornitore migliore”  dovrebbe riflettere su quanto una posizione dominante possa far diminuire la qualità del servizio. Per il semplice fatto che se uno, senza controllo pubblico, può di fatto stabilire le condizioni, è quasi certo che opererà sempre per raggiungere i maggiori utili e non certo la massima sicurezza dei passeggeri. Lo stesso principio che vale purtroppo per la sicurezza dei farmaci, con sempre più i grossisti che, per risparmiare, utilizzano operatori inadeguati con mezzi che non garantiscono la temperatura controllata indispensabile per non trasformare una medicina in acqua o magari in una sostanza dannosa per l’organismo. L’obiettivo è sempre identico: meno costi più guadagno e le conseguenze le pagano sempre gli utenti.

Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio.