I giudici del Tar hanno deciso: i costi minimi per la sicurezza vanno rispettati

I giudici del Tar, tribunale amministrativo regionale, del Lazio hanno confermato la validità dei costi minimi per la sicurezza del trasporto fissati dal ministero dei Trasporti. Con questa decisione i magistrati hanno respinto la richiesta della committenza di cancellare i costi, voluti da una legge del parlamento italiano che resta dunque effettiva a tutti i costi e va dunque fatta rispettare, affermando che non c’è rapporto di presupposizione tra le delibere dell’Osservatorio  della Consulta dell’autotrasporto e i costi determinati dal ministero. Tradotto:  i costi minimi per la sicurezza così come determinati e pubblicati dal ministero dei Trasporti restano validi, sono annullati quelli definiti dall’Osservatorio della Consulta in applicazione della sentenza della Corte di giustizia europea.

18 risposte a “I giudici del Tar hanno deciso: i costi minimi per la sicurezza vanno rispettati

  1. Ma ancora una volta il presidente della Fai aveva ragione. Se qualche presidente, esperto o legale avessero il dono della coerenza e serieta’dovrebbero recitare il “mea culpa” e chiedere scusa ai tanti operatori presi in giro. Riassumendo possiamo dire che i costi della sicurezza, definiti dal ministero, sono efficaci e la sentenza della Corte europea non li ha annullati. Quale sarebbe il fallimento di chi sosteneva questa tesi lo dovrebbe spiegare quella presidente che ha sostenuto tale tesi nel suo consiglio. Se non fosse stata la forte volonta’ di fedemrazioni del mondo artigiano e la debolezza del ministero, quelle norme incompatibili con i principi europei non sarebbero mai state approvate. Solo che a difenderle, per coerenza e’ rimasta solo quella federazione che aveva segnalato i dubbi di compatibilita’.
    Ora qualcuno si nasconda.

  2. Si va bene ma adesso quale è la situazione? I costi minimi sono stati aboliti o no? Sono validi quelli emessi fino ad agosto?
    E poi??? Qualcuno può chiarire la situazione? Grazie

  3. Come sempre quelli che ci governano dimostrano o di essere incapaci o di ignorare le questioni del nostro settore. Per me costi della sicurezza erano giusti ma chi li doveva difendere non lo ha fatto.

  4. Ma se in Francia e in Germania hanno introdotto il costo minimo per i lavoratori, perché per noi non deve valere? Chi me lo spiega?

  5. Mi pare di capire che la committenza stia cercando di ottenere, complice il ministero, la maggior libertà possibile. Dove sono i parametri che per legge dovevano essere pubblicati sul sito del ministero? E le nostre federazioni cosa stanno facendo?

  6. Come mai c’è solo la Fai a parlare della sentenza, quasi che alle altre federazioni non interessi nulla? Non sono della Fai ma l’unica federazione che ha sostenuto questa battaglia, anche se in diverse occasioni aveva messo in evidenza le proprie perplessità, è stata proprio la Fai. Pagine sui quotidiani, incarichi a legali che sono stati anche in sede europea e ora davanti al Tar non erano presenti altre federazioni, la Fai tramite i propri legali invece c’era. Onore al merito.

  7. Cose da pazzi! Il Tar conferma la validità dei costi minimi. Così si sente dire. E’ vero che il Tar ha respinto la richiesta di annullare i costi minimi decisi dal ministero, limitandosi ad annullare quelli decisi dall’Osservatorio?

  8. La chiarezza non è semplice e facile. Come quasi sempre avviene in ogni sentenza vi sono delle interpretazioni diverse. Che la committenza abbia impugnato le delibere dell’Osservatorio è un fatto incontestabile, così come che la Corte europea nella sentenza abbia allargato il proprio ragionamento all’intera normativa. Il Tar tuttavia è stato chiamato ad esprimersi sui costi minimi deliberati dall’Osservatorio. Quelli sono stati giudicati incompatibili. Ora nella sentenza del Tar il richiamo agli atti impugnati (le delibere dell’Osservatorio) è evidente. Resta la parte relativa ai costi decisi dal ministero che potrebbero essere riconosciuti in vigore in quanto sia per motivi procedurali che per evidenza dei fatti nei ricorsi presentati questo “petitum” non risulta essere così evidente. Da una prima analisi, ma lasciamo ai competenti uffici il compito di affrontare in modo più approfondito la questione, sembrerebbe che i costi minimi annullati siano quelli relativi alle delibere assunte dall’Osservatorio e non quelli indicati dal ministero. Resta comunque fermo un principio che affida a ogni giudice l’interpretazione di ogni caso. Personalmente se avessi una vertenza relativa ai costi definiti dal ministero fino al 31 12 2014 non rinuncerei ad avanzare azione legale per ottenere le eventuali differenze. Ognuno è libero di valutare e noi forniremo le indicazioni che l’ufficio legale (l’unico che si è costituto nell’ultimo dibattito) vorrà fornire per dare, se e in quanto possibile le informazioni più puntuali di quanto non sia riuscito a fare io. Voglio aggiungere una semplice osservazione a coloro che hanno criticato o condiviso quello che la federazione che presiedo ha effettuato. Noi abbiamo portato avanti con coerenza le scelte dei nostri operatori e le intese raggiunte con altre federazioni: altri si sono comportati come meglio hanno creduto. A me non spetta, e non intendo farlo, dare un giudizio. Gli operatori se vorranno trarranno le loro considerazioni e assumeranno le loro decisioni.

  9. Ringrazio il mio presidente Uggé per essere sempre molto chiaro nelle sue scritture. Purtroppo questa legge sui costi minimi, abbiamo prova, che i vari tribunali italiani, la interpretano a modo loro, nonostante i vari pareri istituzionali.
    Ma così come fatto all’interno di FAI-CONFTRASPORTO per anni, anche gli operatori del settore dovrebbero battersi per il principio, senza demordere.

  10. Purtroppo della decisione della Corte di Giustizia si sono date interpretazioni sbrigative. Il mio parere, confermato ora dalla sentenza del Tar del Lazio, era che la Corte di Giustizia non aveva messo in discussione i principi ispiratori che il Parlamento aveva in testa approvando la norma dei costi minimi, ma era contrario alla applicazione e cioè alla deliberazione dell’Osservatorio.
    Quindi la norma dei costi minimi rispondeva a principi di equità nei rapporti tra il committente e il trasportatore.

  11. Come sempre, in un Paese di m…. dove le leggi non vanno applicate ma INTERPRETATE, c’è chi dice che la sentenza del Tar afferma una cosa piuttosto che un’altra. Per leggere la sentenza nella sue versione integrale un povero autotrasportatore (assistiti nella fattispecie dal proprio avvocato di fiducia) come può fare? Grazie

  12. Leggo dalla sentenza :”….Dall’altro, esistono moltissime norme, comprese quelle del diritto dell’Unione, menzionate al punto 7 della presente sentenza, riguardanti specificamente la sicurezza stradale, che costituiscono misure più efficaci e meno restrittive, come le norme dell’Unione in materia di durata massima settimanale del lavoro, pause, riposi, lavoro notturno e controllo tecnico degli autoveicoli. La stretta osservanza di tali norme può garantire effettivamente il livello di sicurezza stradale adeguato”. Come tutti sappiamo ad ogni norma corrisponde una sanzione preceduta da un controllo. Ma se i controlli non sono eseguiti o sono eseguiti in quantità inferiori rispetto a quanto stabilito dalle stesse norme dell’Unione e perciò le sanzioni non sono comminate, possiamo parlare di MISURE più EFFICACI ? e se no, quali provvedimenti devono essere presi perché siano credibili le considerazioni delle sentenze del TAR e della Corte di Giustizia?

  13. Leggo ora la seguente notizia: “Il quotidiano tedesco Handelsblatt sostiene di conoscere l’importo complessivo della multa che la Commissione Europea intende comminare ad alcuni costruttori di veicoli industriali ritenuti colpevoli di avere attuato accordi sui prezzi di vendita dei camion. È una somma enorme, pari a quattro miliardi di euro, che potrebbe mettere seriamente in crisi le Case coinvolte. Ma il giornale tedesco non precisa gli importi per i singoli costruttori.Secondo Handelsblatt, uno degli accusati, ossia Man Trucks, avrebbe ottenuto la piena impunità, perché è stato il primo costruttore a collaborare con la Commissione Europea. Anche Daimler (Mercedes-Benz) e Volvo Trucks avrebbero collaborato, ottenendo sconti di pena. Invece, la bufera potrebbe investire in pieno Iveco, Daf e Scania. Finora, le società interessate non hanno commentato l’indiscrezione.” e mi chiedo a quale tribunale o corte di giustizia dovrebbero rivolgersi i trasportatori per vedersi riconosciuti i danni subiti? la multa comminata a questi delinquenti verrà girata ai truffati? vedete come hanno fatto questi delinquenti ad applicare i costi minimi? altro che osservatorio, Tar e consulta!

  14. Io penso che il Tar del Lazio abbia in un primo momento dato la patata bollita all’europa perche’ pressato dalla committenza ed e’ poi rientrato affermando la propria competenza in materia di giustizia dando atto che un decreto con delle basi eque non si puo’ smontare con delle opinioni di parte, quello che si legge nella sua sentenza e una affermazione che dei costi minimi sostenibili non possono essere prevaricati da alcuno interesse. I lor signori della committenza prima di parlare di libero mercato dovrebbero mettere il sedere nel piatto giusto della bilancia e non dire quello che fa comodo perche’ il potere non e’ sinonimo di giustizia,e poi cosa stanno facendo questi industriali per questo paese?a guardarli da fuori si direbbe che sono dei falliti con la sindrome delle 3 p,potere proprieta’ profitto,e fuori di questo non ci devono essere ostacoli,questa e’ la loro giustizia,al tar del lazio bisognerebbe chiedere piu’chiarezza senza dubbi quando si parla di diritto,sopratutto oggi che col jobs act gli operai sono alla merce’ dei negrieri e vivono con la paura di essere licenziati,questa e’ una delle esperienze del potere,nulla di nuovo sotto il cielo.
    Signori Giudici attenzione a non farvi usare dal potere

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