Gasolio a 90 centesimi? Meglio indagare. Se invece si svende il trasporto, va bene

Natalino Mori 1“Non ho ancora visto un grave incidente stradale con  mezzi pesanti coinvolti in cui siano stati effettuati controlli a posteriori per verificare se le condizioni contrattuali, più o meno scritte, fossero verosimilmente compatibili con criteri di sicurezza stradale e di sostenibilità economica, a prescindere dall’applicazione dei costi minimi per la sicurezza del trasporto merci”. Ad affermarlo è Natalino Mori, presidente  di Fai Conftrasporto Marche in un’intervista realizzata dal mensile Trasporto Commerciale in edicola a febbraio. Un’intervista, realizzata dalla testata nell’ambito di un “viaggio” alla scoperta delle nuove sedi di Fai Conftrasporto recentemente aperte sul territorio (di cui sono protagonisti anche  Giuseppe Molinari, presidente di Fai Conftrasporto Savona Imperia e Michele Piazzolla, presidente di Fai Conftrasporto Alto Barese) in cui Natalino Mori sottolinea come “tutti inorridiscono, comprese associazioni di industriali, quando scopriamo che qualche grosso marchio della moda realizza i propri capi in Oriente, sfruttando lavoratori sottopagati, che operano in assenza di sicurezza talvolta in condizioni di semischiavitù”, mentre al contrario, “tale sensibilità e tale reazione non trova riscontro nei confronti dell’autotrasporto. Il 90 per cento delle merci trasportate in Italia si muove in barba alle regole di tutela della sicurezza, di regolarità amministrativa, sociale e previdenziale, di salvaguardia dell’ambiente. Ma per il mercato, ed evidentemente per lo Stato italiano, tutto ciò è sostenibile in virtù del sacrosanto e inviolabile principio della libera concorrenza e della foglia di fico della terziarizzazione. Tutto ciò non è corretto anche nei confronti di quella minoranza di aziende committenti che nell’assegnazione delle commesse di trasporto valuta, oltre il prezzo, anche gli standard di esecuzione del servizio e che comunque deve competere sullo stesso mercato delle altre. Se oggi un qualsiasi distributore stradale vendesse il gasolio esponendo un prezzo di 0,90 euro/litro, la Guardia di Finanza interverrebbe immediatamente per accertamenti e troverebbe qualcosa di losco che spiega il palese sottocosto. Al contrario nessuno si chiede come possa un trasportatore viaggiare a 0,90 euro/chilometro”.