Uggé: “Il Senato blocchi il Protocollo trasporti, o frenerà l’intera economia”

“Il Governo non può consentire colpi di mano agostani su un tema così decisivo per la competitività del Paese”. Con queste parole il vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè, ha lanciato un appello alla vigilia dell’esame da parte del Senato del Ddl di ratifica del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, affinché il documento, che comporterebbe impedimenti alla realizzazione di ogni tipo di infrastruttura, anche se ritenuta necessaria per la nostra economia, all’interno del sistema alpino, non venga sottoscritto.  “Il Senato è chiamato a votare la ratifica del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi senza che questo delicato tema sia stato esaminato in modo approfondito”, ha dichiarato Uggè, invitando tutti a rileggere con attenzione il documento anche in considerazione del fatto che”, ha sottolineato il vicepresidente di Conftrasporto, alla luce del fatto che il Parlamento italiano, in ben dieci anni dalla sottoscrizione, non l’ha ratificato. E se non l’ha fatto  ci sarà un motivo ben preciso , così come un validissimo motivo deve aver spinto la Francia a ratificarlo solo dopo aver posto una clausola di garanzia a tutela dell’interesse nazionale”.  Per l’Italia”, ha ribadito Paolo Uggè, “la ratifica comporterebbe impedimenti alla realizzazione di ogni tipo di infrastruttura, anche se ritenuta necessaria per la nostra economia, all’interno del sistema alpino e pertanto non solo il mondo del trasporto, ma anche quello dei servizi e della produzione, non possono accettare una simile decisione. Confcommercio ha proposto di seguire l’esempio francese, come sottolineato nelle scorse settimane dal presidente Carlo Sangalli in una lettera indirizzata ai ministri Passera e Terzi. Proprio per questo”, ha concluso Uggè,  “chiediamo un intervento da parte del Governo affinché non venga commesso il grave errore di ratificare il Protocollo Trasporti che, in un momento in cui, da parte di tutte le forze economiche, si chiedono interventi atti a favorire lo sviluppo, va esattamente nella direzione opposta”.