“Il trasporto non vuole assistenzialismo. Vuole solo regole rispettate da tutti”

“È confortante per gli imprenditori del mondo del trasporto apprendere che anche il sottosegretario  alle Infrastrutture e ai Trasporti Guido Improta, dopo aver approfondito nei mesi trascorsi i problemi dell’informatica, intende ora rapportarsi con quelli del trasporto.  Bene ha dunque fatto a partecipare ai lavori dell’assemblea dell’Anita dove ha potuto incontrare una parte delle imprese strutturate. Ora non c’e’ che augurarsi che il sottosegretario completi il suo giro di ricognizione e potrà così rendersi conto di come vi siano molte altre imprese strutturate (forse il numero maggiore) che vogliono crescere in un mercato libero, senza delocalizzare o far ricorso a conducenti in affitto, ma dove le regole, insomma siano rispettate da tutti. Se avra’ il tempo di documentarsi e approfondire il Patto della logistica,  il sottosegretario  alle Infrastrutture e ai Trasporti scoprirà che anche  altre federazioni che associano imprese rifiutano la logica degli interventi a pioggia o di mero assistenzialismo”. Con queste parole  il presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio Paolo Uggè ha  commentato le  dichiarazioni  del il sottosegretario  alle Infrastrutture e ai Trasporti Guido Improta che, intervenendo all’assemblea generale di Anita, ha  sottolineato come   “l’autotrasporto sia un settore importante per l’economia italiana che movimenta più dell’’80 per cento delle merci in Italia e non abbia bisogno di assistenzialismo”. Se questo settore continua a perseguire l’assistenzialismo politico ed economico”, ha affermato Improta, “non ha prospettive. Lo dico agli imprenditori che rappresentano le grandi imprese di autotrasporto che in quanto tali hanno imparato a confrontarsi sul mercato internazionale, accettandone la competizione e la selezione che ne deriva”. “Confrontandosi con altre federazioni il sottosegretario Improta potrà appurare che nel manifesto recentemente presentato da Conftrasporto Confcommercio questi principi sono centrali e che dunque si commette un grave errore di valutazione se si pensa che siano le imprese di trasporto a rifiutare i confronti”, ha commentato sempre Paolo Uggè. ” Caso mai é la Confindustria che cerca solo di dividere un fronte, quello del trasporto. Se in nove mesi di discussioni non si e’ concluso nulla non é solo responsabilità delle associazioni del trasporto. A che risultati sono pervenuti i numerosi incontri fino  oggi tenuti tra Confindustria, Confetra e Anita? Che proposte sono emerse dalla committenza che non siano solo la ricerca del prezzo più basso? Il sottosegretario non si illuda che quello che si eè teorizzato nei lavori ai quali ha assistito goda  ampia condivisione tra le imprese strutturate del trasporto. A lui non dovrebbe sfuggire che una parte significativa delle imprese aderenti all’Anita, ivi comprese le grandi, si è costituita a difesa dei costi della sicurezza; ma anche la Fedit, aderente a Confetra è sulla medesima linea. Commettere errori di valutazione può creare gravi danni al Paese. Dopo il pronunciamento del Tar del 28 giugno, comunque vadano le cose, molto può cambiare. Le regole possono essere migliorate e razionalizzate. Per fare ciò”, ha concluso Paolo Uggè, “occorre un clima senza tensioni. Conftrasporto –  Confcommercio una strada l’ha già indicata. Se il sottosegretario vuole, noi siamo sempre pronti al confronto. Solo che bisogna essere in due a volerlo. Se non sarà così vorrà dire che torneremo ai tempi di Piercapponi. Qualcuno suonerà le trombe, ma noi suoneremo le nostre campane”.