Negli ultimi mesi gli autotrasportatori italiani sono stati oggetto di accuse e pesanti insinuazioni per aver osato evidenziare le gravi lacune del sistema Sistri, nato per garantire la tracciabilità nel trasporto rifiuti. “L’autotrasporto favorisce le ecomafie”, è stato detto. Dal resoconto dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti dal sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, Catello Maresca (ne consigliamo l’ascolto, basta navigare su http://www.focusambiente.it/settore.php?id=1856&idcat=7&idscat=18&page=1) emergono però osservazioni critiche perfettamente in linea con quanto da tempo sostenuto da Conftrasporto. “Il sistema è costoso e cade in capo alle imprese che a oggi non hanno ricevuto alcun servizio”; “monitorare la motrice senza il rimorchio, che può essere staccato, non garantisce l’efficacia”; “il progetto non affronta il problema dei trasporti fatti da soggetti non iscritti al Sistri, gli stranieri, che vengono a trasportare o smaltire rifiuti in Italia”…
Tutti concetti che, puntualmente inascoltata dal ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo e dai suoi consiglieri, la Fai Conftrasporto ha sin dall’inizio evidenziato. Cosa sosterranno ora i presunti esperti del dicastero dell’Ambiente? Cosa risponderanno al sostituto procuratore di Napoli che ha affermato come, “aggredire il trasportatore significa intervenire su un pezzo poco significativo per combattere le ecomafie”? Gli operatori del trasporto, lo ribadiamo per l’ennesima volta a coloro che son peggio dei sordi perché non vogliono sentire, non sono contrari al sistema di tracciabilità, purchè sia efficace, purché combatta davvero le infiltrazioni mafiose nel businnes del trasporto rifiuti. Per questo, nonostante siano stati sempre inascoltati, hanno continuato a offrire la loro collaborazione e qualche suggerimento. È solo per avere un sistema che davvero combattesse la criminalità (e non uno che invece non offre alcun servizio e mangia solo soldi mettendo ulteriormente in difficoltà economiche imprese già colpite dalla crisi) che gli autotrasportatori hanno considerato giusta la scelta del Governo che aveva abrogato il sistema, poi “resuscitato” in corso del dibattito parlamentare. Le ragioni? Forse rimarrà un segreto di Stato.
Conftrasporto non ha avuto riguardi per nessuno e con coerenza ha presentato proposte e critiche sulla sostanza delle questioni. E non ha certo bisogno di ricevere lezioni da parlamentari dell’opposizione che avranno anche votato gli ordini del giorno ma che non hanno trovato necessario presentarne uno proprio, magari che evidenziasse anche il fatto che nella commissione che dovrebbe verificare la reale funzionalità del Sistri non figura un ingegnere informatico… Forse il ministro, se interrogato, vorrà almeno a rispondere al Parlamento. Conftrasporto attende con interesse il proseguo dei lavori parlamentari, augurandosi che le “attenzioni delle opposizioni” non siano come quelle dell’Idv che per “aiutare l’autotrasporto e la sicurezza” ha cercato invece di abrogare i costi minimi. E auspica di trovare il sostegno di tutti qualora la cocciutaggine prevalga come accaduto fino a oggi fino a costringere la categoria a denunciare, con ogni strumento, le carenze di un sistema che non funziona e che penalizza solo le imprese di autotrasporto.
Paolo Uggé