“Non funziona e non combatte l’ecomafia”. E il pm condanna il progetto Sistri

“Un progetto che non affronta un problema molto serio come quello dei trasporti transfrontalieri; un progetto basato su un sistema tecnologicamente inidoneo, vulnerabile e, ancora, un progetto che appare quantomeno anacronistico e che sarebbe forse stato idoneo a combattere l’ecomafia dei primi anni 90 ma non quella di oggi che nel frattempo si è enormemente evoluta creando vere e proprie holding”. È stata una vera e propria (oltre che durissima) requisitoria contro il Sistri, il progetto di tracciabilità dei rifiuti, quella pronunciata dal sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, Catello Maresca, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite conesse al ciclo dei rifiuti. Un’audizione durante la quale il magistrato ha “condannato” il sistema fortemente voluto dal ministro per l’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sostenendo tra l’altro che esiste un “problema di funzionalità del Sistri documentato dal fallimento del click day”, ovvero del test organizzato per valutare l’effettiva operatività del Sistri. “Hanno detto che è stato l’inserimento simultaneo di troppi operatori nel giorno scelto per il click day a creare i moltissimi problemi al Sistri”, ha tra l’altro affermato Maresca, “e questo mi fa venir da ridere: un sistema serio dovrebbe essere predisposto per sopportare dieci volte i dati suportati nel click day, anche perché gli operatori del settore non sono super esperti di computer e possono compiere errori”. In altre parole un sistema da bocciare. O meglio, visto che la bocciatura arriva da un magistrato, un sistema da “condannare”.