“Cari committenti, chiedeteci tutto ma non di violare la legge sulla sicurezza”

La ripresa dei lavori dopo la  pausa estiva fa ritrovare sul tavolo di politici, amministratori e addetti ai lavori diversi temi caldi: dai rapporti con la Comunità europea e con i Paesi che circondano, al di sopra delle Alpi, l’Italia, alla questione dello sviluppo e della competitività, fino ai rapporti con la committenza e all’applicazione delle norme sui costi minimi della sicurezza e il loro rispetto. Fai Conftrasporto ripropone tutta la propria disponibilità, già ampiamente dimostrata nei mesi scorsi (non è certo stato a causa nostra se degli accordi settoriali in via di conclusione sono stati impediti), a riprendere il confronto con chi primariamente commissiona il trasporto, ponendo un’unica  condizione: che non ci venga proposto di violare le norme sulla sicurezza, come invece numerosi committenti stanno facendo, invitando (o forse sarebbe meglio dire  ricattando?) gli autotrasportatori a scendere sotto i costi minimi fissati dal governo proprio per garantire mezzi e autisti sicuri.

Il dialogo non si presenta semplice e le parti (a cominciare dalle imprese di autotrasporto) devono sapere  che occorrerà il loro rinnovato impegno affinché, una volta per tutte e molto seriamente, si apra un confronto su dove intende e dove può andare il settore, al fine di individuare prospettive sostenibili. I furbi e quelli che fingono di non comprendere sono avvisati: non ci interessa la loro partecipazione al confronto, si facciano da parte anche perchè non c’è tempo prezioso da perdere in inutili chiacchiere o ridicole messe in scena. Chi siederà a quell’eventuale tavolo dovrà farlo solo per favorire le condizioni perché vi siano il rispetto delle regole e nuove  opportunità per quelle imprese che condividono l’invito a  “collaborare per crescere”. Non ci interessano le beghe di altra natura. E lo stesso appello deve essere rivolto anche alle rappresentanze dei lavoratori, ai sindacati, per la verità, almeno fino a oggi, troppo silenziosi sulla grande battaglia per il rispetto delle norme sulla sicurezza sociale e della circolazione. E’ interesse anche loro che le imprese italiane rimangano sul mercato.

Bisogna però avere il coraggio e la lucidità di compiere delle scelte. Fai Conftrasporto non intende favorire quelli che intrallazzano, ma quelli che vogliono fare impresa seriamente. E la norma dell’azione diretta (dal 12 agosto l’autotrasportatore che effettua materialmente la prestazione di trasporto, su incarico di altri vettori, può esercitare un’azione diretta per ottenere quanto spettante nei confronti di coloro che hanno ordinato il trasporto e che risultano obbligati in solido) credo sia la prova più evidente. La Fai, componente importante della Conftrasporto, terrà il proprio congresso in autunno e non potrà evitare di riesaminare il tema delle scelte politiche e delle alleanze. A guidarci saranno come sempre si è cercato di fare (anche se di errori ne sono stati commessi) gli interessi di una classe imprenditoriale che in questi anni non è riuscita a raggiungere quella dignità che le compete. Noi ci batteremo ancora per raggiungerla, ma è indispensabile la collaborazione di tutti coloro che, condividendo questi principi, vogliano unirsi a noi.

Paolo Uggé