Bimbi morti in auto, perché non esiste un sensore sui seggiolini?

Due fatti di cronaca purtroppo molto simili nella dinamica hanno sconvolto la quotidianità di Perugia e Teramo. I fatti sono tristemente noti. Il padre che dimentica in auto il figlioletto o la figlioletta. L’auto che si trasforma in una trappola mortale a causa del caldo. I soccorsi vani. I piccoli che muoiono dopo una straziante agonia. L’apertura di inchieste, il rimorso che probabilmente sta distruggendo i genitori. Nei giorni scorsi qualcuno, sul blog del “Corriere della Sera” ha chiesto perché nessuno abbia mai pensato a un sensore che rilevi la presenza di qualcuno in auto quando il veicolo è parcheggio e senza le chiavi inserite. In effetti i casi di Perugia e Teramo potrebbero allo studio di questi sistemi. Esistono cicalini che ci dicono se non mettiamo le cinture di sicurezza, se abbiamo una portiera aperta e se abbiamo lasciato le luci accese, ormai in tutte le auto, dall’utilitaria alla fuoriserie. Perché non pensare a un sensore per i bimbi e, il paragone forse non è felice, anche per gli animali. Non è raro infatti vedere dei cani lasciati nelle auto sotto il sole, magari senza acqua o senza il finestrino abbassato. Per realizzare questo sensore si potrebbero muovere direttamente i produttori dei seggiolini. La tecnologia oggi consente di fare praticamente qualsiasi cosa. La tecnologia potrebbe insomma permettere che episodi drammatici come quelli di Perugia e Teramo non si verifichino più.