Concessionari d’auto in crisi, entro fine anno senza lavoro in 15mila

Il boom dei concessionari d’auto è ormai soltanto un ricordo. Secondo Federauto (Federazione italiana concessionari auto) entro la fine del 2010 potrebbero perdere il posto 15mila addetti, 5mila nei concessionari e 10mila nell’indotto (secondo InfoCamere solo le autoriparazioni contano 8.415 attività). La crisi delle famiglie, la fine degli incentivi nel marzo scorso e una buona offerta di auto usate hanno accelerato la crisi. “Dall’inizio 2010 fino al 31 marzo”, spiega Filippo Pavan Bernacchi, presidente Federauto, “le immatricolazioni di auto sono cresciute rispetto al 2009 grazie all’effetto della rottamazione governativa”. Ma da qualche mese la situazione è cambiata, tanto che, nel complesso, agosto segna in Italia un calo del -19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009 (ai minimi da 17 anni).
“Appena c’è una crisi”, afferma Guido Rossignoli, direttore generale Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), “che colpisce la liquidità delle famiglie, l’auto è il primo settore che ne soffre: si tende a posticipare gli acquisti”. “Quando ci sono dei periodi di crisi”, conclude Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, “si tende a risparmiare sul personale, che costituisce l’80 per cento dei costi. Poiché i concessionari sono aziende che hanno spesso meno di 50 addetti, non hanno un accesso automatico agli ammortizzatori sociali. Quindi o si procede con accordi di solidarietà per ridurre l’orario di lavoro o si chiudono delle sedi, licenziando tutto il personale all’interno”.