“Non c‘è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto e vicepresidente nazionale di Confcommercio, ricorre a un antico proverbio, che unisce sapientemente delusione e ironia, per commentare quanto pubblicato nell’edizione di oggi, mercoledì 19 maggio, su “Il Sole24Ore”. Un articolo nel quale l’economista Gian Maria Gros-Pietro, riprendendo il tema delle trattative in corso fra il mondo dell’autotrasporto e il Governo, boccia la richiesta avanzata dai responsabili dell’Unatras di reintrodurre delle tariffe obbligatorie. “Forse al professor Gros Pietro, sempre attento alle tematiche economiche, sono sfuggiti i chiarimenti che a più riprese abbiamo fornito nel merito”, replica Paolo Uggè. “La richiesta delle associazioni è quella di dare attuazione alle norme previste da una legge dello Stato, per la precisione la numero 32/05, che ha introdotto la liberalizzazione regolata dell’autotrasporto legando i soggetti che partecipano a realizzare un trasporto al principio della responsabilità condivisa sul rispetto delle norme della sicurezza sociale e della circolazione. Ovviamente la volontà di ricercare un confronto tra le parti per costruire insieme le regole operative è la dimostrazione della ricerca di scelte condivise. Non credo che Confindustria sia favorevole alla reintroduzione di nuove rigidità: la garanzia è data dunque da una comune definizione del percorso. L’intervento dell’Esecutivo si renderà necessario qualora il confronto non risultasse produttivo, ma non per fissare tariffe bensì per rendere pubblico quello che già oggi rende noto, e cioè l’incidenza sul costo del trasporto delle variazioni in più o in meno del prezzo del gasolio. Credo dunque che le considerazioni del professor Gros-Pietro perdano ogni supporto in quanto si reggono su un’ipotesi inesistente. Non vorrei invece che gli ispiratori fossero coloro che invece fanno del lucro sul trasporto il loro modus operandi. Certamente in un sistema dove le regole siano condivise e anche rispettate gli spazi per gli approfittatori si riducono. Per questo sono convinto che questa attenzione particolare riservata a un inesistente problema sia solo un’azione preventiva che dimostra preoccupazione per la possibilità che nel mondo del trasporto si possano avere regole definite, certe, trasparenti e controllabili. Mi pare che questi siano i contenuti del protocollo sulla legalità, sottoscritto recentemente proprio da Confindustria con il Governo. Certo”, conclude amaramente Paolo Uggè, “la comprensione talvolta è complessa, ma occorre cercare di comprendere, evitando di dare spazi a ombre inesistenti che possono divenire invece realtà solo di fronte alla irragionevolezza”.