Auto a noleggio, il Governo ha seguito la strada della ragione

È stata una battaglia difficile e impegnativa quella che Fai Trasporto persone e Federnoleggio hanno condotto in questo mese, ma alla fine all’interno del Governo la ragione ha prevalso e ha avuto la meglio su coloro che pensavano di utilizzare il ricatto elettorale e la prepotente arroganza per ottenere normative che avrebbero impedito a 40mila imprese circa di continuare a svolgere la propria attività. Sabato scorso avevamo dato conto della manifestazione significativa e delle ragioni dei noleggiatori. Per la prima volta nel Paese operatori economici avevano manifestato a favore di qualcuno, nella fattispecie il Parlamento, e non contro. L’ordine del giorno che la Lega e il presidente della Commissione Trasporti della Camera, dopo aver ascoltato le ragioni di Fai e Federnoleggio, avevano presentato in aula e fatto accettare al Governo, è stato il comune denominatore che ha fatto sfilare alcune migliaia di operatori per le strade della capitale. Il Governo ha compreso il loro disagio e, superando le resistenze di chi si era fatto portatore di una posizione oggettivamente poco sostenibile, anche perché  di dubbia  legittimità, ha trovato una soluzione equilibrata che, nel rispetto degli orientamenti comunitari, di fatto introduce una proroga che consente alle regioni, istituzionalmente competenti in materia, di definire le norme per porre fine ai fenomeni di abusivismo in favore di chi opera nel rispetto delle regole. Merito quindi dell’Esecutivo che ha saputo comprendere; delle forze politiche e dei parlamentari  che hanno voluto in modo forte farsi portatori delle ragioni dei noleggiatori; ma merito anche dell’avvedutezza della dirigenza di quelle organizzazioni che hanno respinto ogni tentativo di strumentalizzazione politica messo in atto da parte di un partito politico (l’Italia dei valori), inducendo in errore qualche dirigente sindacale, poco avvezzo alle manovre di palazzo.  La Fai Trasporto persone,  è bene ricordarlo, aveva dichiarato la propria disponibilità a sottoscrivere il protocollo di intesa proposto dal ministro Altero Matteoli perché si era resa conto che lì  erano salvaguardati i principi di libertà di intraprendere ai quali miravano la gran parte degli operatori interessati. Sono state le interpretazioni successive contrastanti, che hanno indotto la Fai a sensibilizzare la Commissione parlamentare competente, oltre che a partecipare alla manifestazione di Roma. Ora, dopo questo primo successo della razionalità sulla prepotenza e sull’arroganza, si apre la fase che consentirà di predisporre le nuove regole per realizzare un sistema di trasporto regolato dai principi del libero mercato europeo. I mestatori, gli inadeguati a gestire i rapporti sindacali e coloro che volevano utilizzare una categoria per propri fini, escono ridimensionati e con la coda tra le gambe. La ragione ha vinto ancora.

Paolo Uggé