Incidenti stradali, il 30 per cento
è causato da alcol e droghe

Alcol e volante è un binomio che molto spesso genera delle vere e proprie tragedie. I numeri, come sempre quando si tratta di questo argomento, sono discordanti, ma quelli diffusi nel corso del convegno “Safe&Sober Italy: prevenzione e riduzione della sinistrosità alcol-correlata”, organizzato dallo European Transport Safety Council (Etsc) in collaborazione con la Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale sono davvero impressionanti: uno studio della Commissione Europea dice che l’alcol alla guida contribuisce a determinare circa 10mila morti all’anno in Europa ed è responsabile di circa il 30 per cento delle morti tra i conducenti. Sullo stesso piano si pone l’Istituto Superiore di Sanità secondo cui circa il 30 per cento degli incidenti stradali in Italia è provocato da conducenti in stato psicofisico alterato da alcol e droghe.
Quella dell’incidentalità stradale è una tragedia che non accenna a fermarsi. I dati, rispetto a qualche anno fa, sono in diminuzione, ma la situazione è sempre negativa: in tutta Europa, nel 2008, gli incidenti hanno provocato 39mila morti e 1.700.000 feriti, di cui circa 300mila gravi. E l’Italia, con i 4.731 morti e quasi un milione di feriti (Fonte Ania) registrati nel corso dell’ultimo anno, si posiziona agli ultimi posti della classifica europea della sicurezza stradale. Nel nostro Paese si è riscontrata una flessione del 33 per cento della mortalità stradale rispetto al 2000 (7.061 vittime), ma l’Italia si trova ancora ben lontana dal raggiungere l’obiettivo fissato dalla Commissione Europea di dimezzare i morti da incidente stradale entro il 2010. Migliore la situazione in altri Paesi Europei, come Francia (-47,1 per cento), Spagna (-46,3 per cento) e Germania (-40,3 per cento).
Per far sì che la situazione migliori è senz’altro opportuno ridurre la guida in stato d’ebbrezza: secondo l’Etsc, con un conducente con un tasso alcolemico di 0,8 g/l aumenta di 2,7 volte il rischio di incidenti, mentre con un tasso di 1,5 g/l il rischio diventa 22 volte più elevato.
Cosa fare, allora? Come muoversi per ottenere risultati concreti? Fondazione Ania ed Etsc propongono campagne europee per la promozione del ‘guidatore designato’, l’utilizzo della tecnologia on board per rilevare il tasso alcolemico del conducente e bloccare il veicolo in caso questi non sia in regola, l’incremento del numero di controlli alcolemici da parte delle Forze dell’Ordine. Tra l’altro, in alcuni Paesi europei si stanno adottando dispositivi tecnologici che bloccano il mezzo quando il conducente ha un tasso alcolemico superiore a quello consentito per legge. In Austria, Francia, Finlandia, Svezia, Slovenia e Belgio, per esempio, gli Alcohol interlocks sono già stati introdotti nel trasporto commerciale e hanno portato a una significativa riduzione degli incidenti in questo settore del trasporto.
Ma Fondazione Ania e Etsc chiedono anche l’aumento dei controlli. I Paesi che li hanno incrementati – dicono – hanno ottenuto importanti risultati dal punto di vista della sicurezza stradale. Anche se l’Italia ha fatto passi importanti in questa direzione – il numero di controlli è passato complessivamente da circa 700.000 del 2007 a 1.400.000 del 2008 – si deve fare ancora di più per raggiungere le best practices europee.
“Le nostre Forze dell’Ordine hanno fatto miracoli raddoppiando i controlli sulle strade”, spiega Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, “ma ora è assolutamente prioritario che il Parlamento riconsideri le risorse stanziate per il miglioramento della sicurezza stradale in Italia. Solo con un significativo aumento dei test alcolemici sarà possibile creare un forte deterrente nei confronti di chi, ancora oggi, si mette alla guida in condizioni alterate da alcol e droga”.
“Di tutte le vittime per incidente stradale”, dichiara Antonio Avenoso, direttore esecutivo di Etsc, “quelle causate dall’alcol sono tra le più deplorevoli poichè conseguenza di un comportamento scorretto altamente rischioso e di certo prevenibile. Controlli frequenti e inflessibili e utilizzo delle più moderne tecnologie, tra cui gli alcohol interlocks, sono tra le misure più efficaci per la riduzione della mortalità alcol-correlata”.