Anas: il nuovo Codice della strada
deve far aumentare la sicurezza

Il nuovo Codice della strada? Dev’essere semplice e chiaro. Ma soprattutto deve servire per aumentare il livello di sicurezza stradale. È questa l’idea del presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, ascoltato dalla VIII Commissione in Senato per esprimere il suo parere sul disegno di legge 1720 sulla circolazione stradale.
“L’Anas”, ha confermato Ciucci, “è d’accordo con gli obiettivi del ddl all’esame della VIII Commissione per l’innalzamento dei livelli di sicurezza stradale e condivide altresì la necessità di una riforma organica del Codice della strada, con una struttura ispirata a criteri di maggiore sinteticità, semplicità e chiarezza e che tenga conto delle diverse specificità della parte relativa alle strade e alla segnaletica e della parte relativa ai comportamenti”. Il presidente dell’Anas, ricordando che la società ha partecipato attivamente ai lavori del tavolo istituito nel dicembre 2008 dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha espresso soddisfazione per il recepimento di alcuni suggerimenti sul testo e, soprattutto, ha visto con favore la norma che introduce l’attribuzione dei cosiddetti “proventi da autovelox” all’ente proprietario della strada su cui è stato effettuato l’accertamento in base al quale “ritornerebbe il principio”, ha ricordato Ciucci, “presente nei Codici della Strada precedenti all’attuale, della destinazione dei proventi delle contravvenzioni a finalità di miglioramento della sicurezza stradale. Principio di indubbia valenza etica, nella misura in cui è resa immediatamente percepibile non solo una generica finalità di deterrenza dell’irrogazione della sanzione, ma, cosa ancora più importante, l’utilità sociale dell’assoggettamento a sanzione di comportamenti irregolari”. Ciucci ha ribadito alla Commissione un rinnovato e crescente impegno dell’Anas per la manutenzione stradale: “Il bilancio Anas 2008”,  ha affermato Ciucci, “ha fatto registrare un incremento degli investimenti in manutenzione. Per esempio, nella manutenzione straordinaria gli interventi avviati sono stati 257, per un investimento complessivo di 176 milioni. L’importo speso nel corso del 2008 per la manutenzione ordinaria è stato di 323 milioni di euro, comprendente sia i servizi acquistati all’esterno sia le attività svolte direttamente da Anas con proprio personale e proprie attrezzature. E l’attività prosegue con grande slancio anche nel 2009. Questo anno sono stimati 370 milioni di euro di manutenzioni ordinarie, mentre gli importi previsti relativi alla manutenzione straordinaria, ammontano a 482 milioni di euro”. Oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria in corso, l’Anas ha importanti progetti in fase di avvio o di realizzazione. Ciucci ha ricordato, per esempio, “il brevetto di barriere stradali di sicurezza di moderna concezione considerati salva motociclisti; il rifacimento dell’impiantistica delle gallerie, in particolare attraverso un project financing del Compartimento della Lombardia; il progetto di risoluzione dei punti neri, inserito nell’ambito del Piano nazionale della sicurezza stradale; un adeguamento del servizio di sorveglianza e di pronto intervento garantito 24 ore su 24 sulle maggiori strade di interesse nazionale e su tutte le autostrade in gestione Anas; la messa in funzione di un network di 20 sale operative compartimentali di nuova concezione; la progettazione di un tutor di seconda generazione, adeguato alla diversa conformazione delle strade statali rispetto alle autostrade; il catasto delle strade; una serie di iniziative per le verifiche sismiche e per le verifiche dello stato delle opere d’arte (gallerie, ponti, viadotti) previsti sulla rete; il prossimo utilizzo dell’’apparecchiatura Traffic Speed Deflectometer (TSD), di tecnologia danese, per la determinazione delle caratteristiche di portanza delle pavimentazioni misurata ad alta velocità; nuovi investimenti per la segnaletica stradale. L’impegno dell’Anas è massimo”, ha concluso Ciucci, “sia per la realizzazione completa del nuovo modello di esercizio, sia per la manutenzione della rete, sia per la ricerca e l’innovazione, che costituiscono elementi fondamentali della moderna cultura per la sicurezza ma, per questo motivo, è necessario destinare risorse adeguate su base programmatica pluriennale”.