C’è un’Italia che cresce. È quella del mare, che sta facendo registrare numeri di tutto rispetto. Un’Italia che naviga verso il 2013 carica di ottimismo perché, secondo le previsioni, il comparto registrerà un’ulteriore crescita. A far sorridere gli operatori ci sono i 478 milioni di tonnellate di merce movimentata nel 2011, i 37 miliardi di euro investiti in 10 anni per la modernizzazione di una flotta che, attualmente, è tra le più giovani e tecnologicamente avanzate, il 3° posto in Europa per merci movimentate via mare. Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca del centro studi Srm, collegato al gruppo Intesa-San Paolo, presentata martedì nella sede della Banca d’Italia a Genova. La ricerca, denominata “Trasporti marittimi e sviluppo economico”, affronta le dinamiche dell’Area Med mettendo in luce che, anche in tempo di crisi, il comparto italiano dello shipping continua non solo a tenere, ma a crescere.
“Ci sono circa 7mila imprese nel cluster dello shipping italiano, di cui 1.300 circa sono nel Nord Ovest e, quindi, in Liguria”, ha sottolineato Massimo De Andreis, direttore di Srm. “Questo comparto ha un valore moltiplicativo importante sul Pil, tocca molti componenti dell’economia, dalla metalmeccanica alla logistica, alla retroportualità. Non è importante solo per i numeri propri che genera, ma anche per l’effetto di leva che può avere sulla capacità competitiva di tutto il Paese”. Secondo lo studio, le prospettive sono quelle di una crescita del comparto nel 2013. “L’economia africana sarà la grande frontiera dello sviluppo italiano ed europeo”, ha sottolineato il presidente di Assoporti, Luigi Merlo. “Per l’Italia può valere come una nuova Cina. Già stiamo lavorando sull’asse Tunisia, Libia e Marocco, ma guardiamo con attenzione anche ad altre economie in crescita, come quella turca, che oggi rappresenta la realtà più rilevante del panorama mediterraneo”.