L’auto più alla moda? Veste puro lino, con un disegno gessato capace di trasformare una normalissima Fiat 500 (è questo il modello usato per vestire la prima carrozzeria e testarne qualità e possibili criticità, in attesa di utilizzarlo su qualsiasi modello di qualsivoglia casa automobilistica) in una “fotomodella” mozzafiato, pronta a sfilare su quattro ruote sulle passerelle di tutta Italia, di tutta Europa, del mondo. Un lino pregiatissimo, prodotto da un’azienda la cui storia è da sempre intrecciata con la qualità elevata all’ennesima potenza, la Tessitaly di Torino, e utilizzato dalle più raffinate sartorie per abiti da uomo, che prima d’essere tagliato, esattamente come avviene nei più grandi atelier dopo aver preso le misure della “cliente”, e dopo essere stato trattato con specialissime resine, per assicurare su strada, magari col maltempo, le stesse risposte di una normale carrozzeria verniciata uscita dalla catena di montaggio, è stato calzato come una guaina su cofano e tetto, portiere e fiancate. Nel segreto più totale, fino a quando l’auto, vestita di tutto punto, è stata fatta uscire dalla stanza “dei misteri” per essere mostrata allo sguardo, strabiliato, dei primi clienti invitati ad ammirarla. Un assaggio della “prima” uscita pubblica avvenuta poche ore dopo in un locale a pochi chilometri dall’officina dove l’incredibile Fiat 500 è nata: la Cea di Treviolo, in viale Europa, alle porte di Bergamo, carrozzeria che in 20 anni di attività si è fatta conoscere in tutta Italia, in mezza Europa, perfino in Giappone, negli Stati Uniti e in Russia. Per il semplice motivo che la Cea, fondata da Vito Pavone, cinquantenne originario di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, trasferitosi giovanissimo ai piedi delle Prealpi, è una carrozzeria particolare. Anzi particolarissima. Capace, negli anni, di creare soluzioni sempre nuove e sempre più incredibili per personalizzare un’auto. Iniziando dagli interni (che Vito Pavone e i suoi collaboratori, una ventina, hanno realizzato su migliaia di auto, utilizzando qualsiasi tipo di materiale, prime fra tutte le pelli più pregiate, e le più creative “invenzioni grafiche”), per approdare agli esterni, la “grande svolta” che ha fatto della Cea la meta di chi ama un’auto unica e, spesso, irripetibile. Auto che alla Cea possono essere sottoposte a qualsiasi trattamento: dal banalissimo “sbiancamento dei fari (una sorta di super pulizia dei denti applicata ai fanali) al rivestimento completo della carrozzeria, per opacizzare la vernice, oppure per cambiarle completamente look, vestendola piedipull, in abito scozzese, con disegni d’epoca, perfino con riproduzioni di vecchie fotografie tratte dal cinema o dalla pubblicità. Senza nessun limite alla fantasia, “materia prima” che alla Cea abbonda spaziando in tutte e sette le aree di lavoro: quella della meccanica, dove viene fatto un vero e proprio check-up del mezzo con una diagnosi completa, dall’assetto al motore, dalla parte elettronica fino agli impianti stereo; la carrozzeria “tradizionale”, dove diverse auto incidentate sono “entrate” normalissime per uscirne diversissime; l’area tappezzeria interna; quella per il montaggio di vetri oscuranti; quelle per la lavorazione del volante, preziosissima nicchia così come l’area dove vengono riportate all’antico splendore le pelli delle più raffinate fuoriserie e auto d’epoca, con i sedili che vengono ringiovanita grazie a uno stucco vegetale e laccati. E, ancora, l’area del lavaggio interno (oltre che del motore) con igienizzazione e sanificazione. Fino all’area, con accesso spesso vietato ai non addetti ai lavori, diventata un vero e proprio “cult”: quella dedicata al wrapping, al rivestimento della carrozzeria con pellicole che vanno dalla mimetica a un azzurro mare, recentissima creazione, impossibile da realizzare in una carrozzeria tradizionale. Fino all’ultimo oggetto del desiderio: l’auto vestita dal sarto, con gli stessi tessuti che hanno reso leggendaria la moda made in Italy. Una Fiat 500 che al termine di 80 estenuanti ore di prove, con il centimetro posato e riposato fino all’infinito sulle curve della particolarissima modella, di centinaia di passaggi con le mani per verificare che ogni millimetro quadrato di tessuto avesse aderito alla perfezione alla carrozzeria, senza lasciare nessuna seppur impercettibile piega o bolla, si è mostrata il tutto il suo splendore. Lasciando il laboratorio segreto dove è stata realizzata lontano da qualsiasi sguardo indiscreto (e dove regolarmente ritornano, per la manutenzione, le 150 vetture, di cui oltre 30 personalizzate in wrapping, che la Cea propone in noleggio) con un’andatura degna di una vera passerella di moda, fra lo stupore generale. Sfiorando, a pochi centimetri, un rotolo di morbidissima stoffa con disegno principe di Galles. Il tessuto per il nuovo abito della nuova straordinaria auto che uscirà dalla carrozzeria aperta da un imprenditore figlio di una bravissima sarta che ha “ereditato” gusto, passione e capacità abbinandole alla perfezione all’altro grande amore, l’auto?