Le riforme si devono fare, ma a patto che non siano troppo scomode. Potrebbe essere questo il triste leit motiv del Governo che, mentre dichiara di voler traghettare il Paese verso la salvezza e il futuro, perde giorno per giorno la sua rotta frantumandosi sui richiami degli interessi di parte. È quanto sta accadendo, per l’ennesima volta negli ultimi vent’anni, anche per la riforma di una delle più evidenti assurdità burocratiche: il sistema di gestione dei dati dei veicoli, unico al mondo a basarsi su due archivi: quello statale, che fa capo alla Motorizzazione, e il Pra, pubblico registro automobilistico gestito dall’Aci, con un doppione di procedure e carte, tempo e lavoro quantificabili in circa 400 milioni di euro l’anno pagati da cittadini, imprese e dallo Stato stesso. Continua a leggere