È giusto che, passata l’onda dell’emozione del momento, tutto torni come prima? Che i giornali smettano di scriverne, che i politici smettano di parlarne aspettando solo il prossimo morto per tornare davanti a telecamere e microfoni e ripetere le solite sciocchezze? La risposta è no. Non è giusto che bastino poche ore per far calare il silenzio su una sentenza, obbrobriosa, come quella che ha condannato a soli 3 anni e 4 mesi di reclusione Gabardi El Habib, il pirata della strada che il 10 luglio scorso aveva travolto e ucciso a Gorgonzola Beatrice Papetti, una ragazza di 16 anni che era in sella alla sua bicicletta. “Una pena non giusta”, come ha spiegato il padre della ragazza, “ma questa è la legge italiana”. Continua a leggere