“Vendono ai cinesi i nostri porti per quattro soldi. Il titolo d’apertura in prima pagina sul quotidiano Libero ha riacceso i riflettori, lasciati colpevolmente spenti da altri organi d’informazione, su un pericolo gravissimo per il futuro economico del nostro Paese che forse in pochi hanno davvero capito ma che di certo in troppi hanno invece perfettamente compreso, preferendo però fingere di non vedere. Ovvero che la via della Seta, il mega progetto da 113 miliardi di euro varato dai cinesi per conquistare i mercati dell’Occidente, possa trasformarsi per l’Italia da una grande opportunità in un devastante rischio”. Ad affermarlo è il presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè che ha preso spunto dall’articolo pubblicato dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri per tornare a denunciare “l’importanza vitale di una scelta che la politica italiana è chiamata a fare di fronte a un crocevia decisivo per lo sviluppo del Paese”, sottolineando come” solo “mantenendo la gestione dei propri scali l’Italia potrà percorrere la via della Seta per raggiungerei importanti traguardi”, mentre “cedendo ad altri la gestione trasformerà un’opportunità in un terribile boomerang. Svendendo ai cinesi un tesoro che l’Italia possiede e di cui non ha purtroppo compreso il valore”. Continua a leggere