Rc Auto, l’accusa dell’Antitrust: meno incidenti e polizze più care

Poca concorrenza, tariffe troppo alte e ingiustificate. Sono questi i punti relativi al settore dell’Rc Auto sui quali si è soffermato in un’audizione in Senato Antonio Catricalà. Settore che, secondo il presidente dell’Antitrust, presenta ancora “a quasi venti anni dalla liberalizzazione, un marcato deficit di concorrenza”. Catricalà ha messo in dubbio il fatto che incrementi delle polizze siano da spiegare con l’aumento degli incidenti, evidenziando anche le differenze con il resto d’Europa. Il presidente dell’Antitrust ha infatti osservato che nel corso del 2010 i premi medi delle polizze Rc Auto sono cresciuti del 6,6 per cento, a fronte di un incremento del 3,2 per cento per i Paesi dell’area Euro. L’aumento fa seguito a quello del  5,9 per cento relativo al 2009.
“Le cause degli ultimi aumenti”, ha detto Catricalà, “sono fatte risalire dalle imprese assicurative all’incremento del costo dei risarcimenti, a sua volta imputabile, in linea teorica, all’innalzamento del numero dei sinistri, o del costo medio per ogni risarcimento, o di entrambi; il rapporto degli oneri per rimborso di sinistri sui premi è salito dall’80,7 per cento del 2007 all’82,4 per cento del 2008 e all’88,8 per cento del 2009”. Nel ricordare che l’Autorità sta affrontando la questione in un’apposita indagine conoscitiva, il presidente ha però evidenziato “solamente alcune cifre che mettono in dubbio le ragioni degli assicuratori: secondo l’indagine Aci-Istat sugli incidenti stradali relativa al 2009 il numero di incidenti è diminuito dell’1,6 per cento nel 2009 rispetto all’anno precedente”. E la stessa indagine evidenzia come il numero di incidenti con lesioni a persone (quelli dunque più “costosi” e che secondo l’associazione Ania sono molto più frequenti in Italia che nel resto d’Europa) sono diminuiti del 18,1 per cento tra il 2001 e il 2009; nel medesimo periodo, i premi sono cresciuti del 30 per cento.
“Nonostante alcuni cambiamenti verificatisi indubbiamente migliorativi (modalità di distribuzione via internet e telefono, indennizzo diretto)”, ha concluso il presidente dell’Antitrust, “permangono alcune carenze di sistema che impediscono il pieno svolgersi dei meccanismi concorrenziali”.