Minicar sotto accusa: pericolose
e poco stabili sul bagnato

La polemica sulle minicar e sulla loro pericolosità era già esplosa ad aprile, quando persero la vita due persone in pochi giorni. Ora, sei mesi dopo, le macchinine finiscono sotto la lente della Procura capitolina. Il tribunale romano ha infatti ordinato una perizia per valutare se lo standard di sicurezza è molto al di sotto di quello richiesto per le normali automobili. Le minicar si sono infatti dimostrate poco stabili, soprattutto sul bagnato. Sono inoltre sprovviste di airbag, hanno una frenata spesso insufficiente e soprattutto un abitacolo poco protetto dove trovano posto il conducente e un passeggero. Le prime perizie sui rottami delle “macchinine” sembrano confermare la tesi della scarsa sicurezza. “È assurdo”, denuncia Altroconsumo, “che queste macchinine siano guidate da giovanissimi inesperti e, ancor di più, che non sia necessaria una vera patente per guidarle (ma solo il patentino)”.
Il legislatore l’estate scorsa ha inasprito la normativa, ma è intervenuto soprattutto sull’utilizzo poiché le caratteristiche di omologazione sono stabilite dall’Unione Europea e sono quindi valide in tutti i Paesi. Non sono solo i giovanissimi a guidare le microcar. Il 54 per cento degli utilizzatori ha oltre 45 anni, il 24 per cento sono pensionati, solo il 19 per cento sono studenti, il 15 per cento dei quali non ha ancora festeggiato il 17° compleanno. Il nuovo Codice ha inasprito le sanzioni (la multa può arrivare a mille euro) per chi modifica le minicar e per chi poi le utilizza. Ora per guidarle è necessario sostenere anche l’esame pratico, bisogna allacciare le cinture di sicurezza e avere sempre le luci accese, sia in città sia fuori. Non cambia nulla, invece, dal punto di vista delle dotazioni di sicurezza: quelle obbligatorie restano inalterate. Le minicar sono definite dal Codice della strada “Quadricicli” e possono essere guidate a partire dai 14 anni avendo solo il patentino. Altroconsumo sottolinea il fatto che i veicoli hanno comunque “un peso di 350-400 kg, potenze massime di 4 kW/5.4 CV, che possono essere facilmente modificabili, per cui la velocità difficilmente è limitata a 45 km/h come previsto dal Codice della strada, ma arriva a raggiungere i 60, e addirittura anche i 90 km/h”.
Altroconsumo fa sapere che entro il 19 gennaio 2011 l’Italia dovrà recepire la direttiva europea 2006/126/CE, che prevede la revisione del sistema patente, imponendo un esame teorico e pratico per mettersi alla guida di questi veicoli. “Perché non approfittarne per recepire subito questa norma?”, chiede l’associazione. “Dal mese di luglio 2010”, conclude Altroconsumo, “per fortuna sono diventate obbligatorie le cinture di sicurezza anche per i conducenti e i passeggeri di minicar. Inoltre, chi ha subito il ritiro della patente non potrà più guidarle”.
Il miglioramento della sicurezza al momento è però affidato soltanto ai costruttori che durante la progettazione sempre con maggior frequenza simulano gli incidenti. Ma le principali aziende europee di minicar sono solo sette e generano ogni anno un fatturato che sfiora appena i 300 milioni di euro con vendite che si aggirano in circa 30 mila unità. Per progettare una vettura completamente nuova, invece, un grande costruttore può spendere anche due miliardi di euro per poi vederne su quella piattaforma due milioni di unità l’anno. È evidente, quindi, che dal punto di vista della sicurezza i quadricicli possono essere paragonati alle due ruote e non alle autovetture. La strada da percorrere sembra ancora lunga. Guardare per credere. In questo video l’impressionante crash test tra una minicar e una Renault Twingo che viaggia a 40 km orari.
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