Rimane solo un’offerta per Tirrenia
Lombardo: “Riportiamola in Sicilia”

C’è solamente un’offerta vincolante per Tirrenia e la controllata siciliana Siremar. È quella di Mediterranea Holding di navigazione, la cordata composta da Regione Sicilia (37 per cento), l’armatore greco Alexandros Tomasos (30,5 per cento), il Gruppo Lauro (18,5 per cento), Isolemar (8 per cento), Nicola Coccia (3 per cento) e le famiglie Busi-Ferruzzi (3 per cento). L’offerta sarebbe di dieci milioni di euro più il debito che, secondo fonti vicine al dossier, è inferiore al patrimonio della società con un saldo positivo di circa 100 milioni. Il capitale sociale di Mediterranea Holding è stato aumentato da 1 a 10 milioni di euro proprio per perfezionare l’offerta.
L’advisor Unicredit dovrà ora verificare la conformità dell’offerta e, se sarà ritenuta valida, la commissione procederà all’aggiudicazione della gara e si passerà all’esame della proposta economica; se non fosse ritenuta soddisfacente da Fintecna, la finanziaria del Tesoro proprietaria di Tirrenia, si potrebbe aprire una contrattazione.
Si è dunque tirato indietro il fondo di investimenti britannico Cinven, l’unico rimasto in lizza fino alla settimana scorsa, mentre altri 14 che avevano presentato manifestazione di interesse il 19 febbraio scorso si sono via via ritirati.
I sindacati, intanto, premono per un confronto per arrivare a un piano condiviso che garantisca i livelli occupazionali e il rilancio di Tirrenia, il cui processo di privatizzazione deve essere completato entro il 30 settembre prossimo.
“Non si tratta, come molti hanno immaginato, di salvare un rottame”, rassicura il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, “ma di dare nuovo impulso con una mission a un soggetto che potrà contribuire allo sviluppo della Sicilia confermandole il ruolo di epicentro dei traffici marittimi sul Mediterraneo, in grado di guardare oltre il continente europeo, anche verso quello africano”. E rispondendo alle richieste dei sindacati spiega che “al più presto possibile gli amministratori della holding e la Regione incontreranno le organizzazioni dei lavoratori per dare garanzie sul mantenimento dell’attuale livello dei servizi, occupazionale e salariale, nonché della stabilizzazione del personale precario e per avviare un preventivo confronto sul piano industriale”. I sindacati respingono, infatti, l’ipotesi di 211 esuberi (196 in Tirrenia e 15 in Siremar) su un totale di 3.500 lavoratori, previsti dal piano Mediterranea Holding sulla base del piano Tirrenia riferito dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli nei giorni scorsi. “Dopo più di cento anni”, si augura Lombardo, “potrebbe tornare in Sicilia, nella sua storica e naturale sede di Palermo, la prestigiosa e antica compagnia di navigazione fondata dalla famiglia Florio”.