Camionisti: una “razza” di lavoratori in via d’estinzione e dunque ricercatissima sul mercato. Ma a breve potrebbero esserci conducenti che pur proponendosi sul mercato (dove si calcola manchino oltre 20mila figure professionali) e magari anche disponibili ad abbassare le proprie richieste economiche, potrebbero ugualmente faticare a trovare un mezzo da guidare. La ragione? Si chiama alcolock, ovvero il dispositivo che impedisce l’avvio del veicolo se il conducente ha un tasso alcolemico superiore ai limiti di legge. Una tecnologia destinata a essere montata anche sui tir “affidati” a un conducente con un “precedente alcolico” che non potrà guidare mezzi sprovvisti invece dell’alcolock come ha confermato a una platea di “addetti ai lavori” riuniti dalla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo proprio per analizzare le novità del Codice della strada, Federico Gallo, avvocato consulente di numerose aziende di trasporto proprio in materia di interpretazione e applicazione delle norme sul trasporto nazionale. “Premesso che la norma sull’alcolock oggi non può essere attuata, perché manca il decreto che specifiche le norme tecniche con le caratteristiche del dispositivo di blocco, le modalità di installazione e le officine autorizzate al montaggio”, ha spiegato il legale, che è an che una delle “firme” dei manuali editi da Egaf, casa editrice di Forlì da sempre punto di riferimento per chi ha bisogno di un’ informazione professionale su circolazione stradale, motorizzazione e trasporti, “e che nel frattempo resta in vece valido il divieto di guida con tasso superiore a zero grammi/litro, quando la norma sarà pienamente operante, di fatto, i conducenti professionali che saranno condannati per guida in stato di ebbrezza superiore a 0,8 grammi per litro di sangue non potranno guidare mezzi non dotati di tale strumento e dubito che le aziende si organizzeranno in tal senso. Di fatto quindi, per i conducenti professionali condannati, magari dopo essere stati fermati con un tasso superiore ai limiti consentiti mentre erano alla guida del proprio mezzo privato, sarà molto difficile proseguire nella propria attività lavorativa”. Tradotto: le strade per i conducenti sorpresi in passato al volante dopo aver bevuto potrebbero essere due: o cercarsi aziende che sui propri camion montino già lo strumento o che siano disponibili a montarlo per “andare incontro” al nuovo potenziale dipendente, oppure provvedere loro stessi, a proprie spese, all’acquisto del dispositivo, per “assicurarsi” così un mezzo da poter guidare. In attesa di saperne di più (anche sugli strumenti disponibili…..) entro la metà del mese di giugno, quando è prevista l’emanazione del decreto attuativo.