Come garantire che, senza giovani disposti a scegliere il lavoro di camionista, letteralmente “in fuga” da questa professione, le merci possano continuare a viaggiare impedendo che i mezzi pesanti restino fermi nei piazzali delle imprese di autotrasporto proprio per mancanza di autisti? Un possibile rimedio, anche se sicuramente non risolutivo e soprattutto senza prospettive a medio lungo termine, è quello di “trattenere” al loro posto di lavoro (e di guida) i conducenti anziani. Ed è proprio questa la strada imboccata dalla direzione generale dei trasporti stradali del ministero dei Trasporti spagnolo che ha riconfermato la concessione di aiuti alle imprese e ai trasportatori autonomi anziani, ma anche disabili, intenzionati ad abbandonare l’attività di trasporto stradale nel 2024. Un invito a “fare retromarcia”, del valore di 9,6 milioni di euro, che ha permesso di “richiamare in servizio attivo” 321 imprese e autotrasportatori (escludendone però altri 1200 che pur possedendo i requisiti non hanno ricevuto aiuti), un modo per tamponare l’emergenza causata dalla carenza di ricambi al volante dei mezzi pesanti che la Spagna ha deciso di adottare per il quinto anno in attesa di trovare la strada per riavvicinare i giovani a una professione indispensabile per sostenere l’economia e il normale svolgimento della vita quotidiana di tutti. In ogni caso una”finta” soluzione a un problema che negli ultimi anni è diventato stradafacendo sempre più grave senza che qualcuno sia stato capace di restituire capacità attrattiva a un mestiere che troppo spesso vede lavoratori sottopagati, soprattutto se in raffronto a persone che fanno lavori d’ufficio, al caldo d’inverno e al fresco d’estate e che sanno neanche lontanamente cosa voglia dire lo stress di ore e ore in strada, magari con continue code, con l’obbligo di tenere altissima la concentrazione per evitare incidenti. Milioni di persone che ogni giorno quando vanno a fare la spesa al supermercato o in un negozio, quando si riforniscono in un’area di servizio, quando vanno in farmacia o, peggio, in ospedale e trovano i farmaci con cui curarsi dov rebbero pensare: se tutto questo è possibile è anche grazie ai camionisti. “Razza di lavoratori in via d’estinzione” da tutelare senza perdere altro preziosissimo tempo per strada.