“I precedenti Governi non hanno affrontato la questione con l’energia e la compiutezza auspicate, non mettendo in campo iniziative concrete e limitandosi a inviare alcune lettere. La determinazione concreta dimostrata in vece dal ministro Matteo Salvini a nome del Governo speriamo sia l’inaugurazione di un rapporto nuovo e partecipativo tra le istituzioni e il settore del trasporto merci, indispensabile per competere in un’economia globale. Fai Conftrasporto esprime compiacimento per la decisone del Governo, che, su iniziativa proprio del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha deciso di aprire una procedura attesa da tempo e da noi stessi richiesta ai governi precedenti”. Anche Fai Conftrasporto, dopo Anita, applaude, per voce del presidente Paolo Uggé, la decisione del Governo di inviare la lettera di messa in mora alla Commissione europea, iniziativa che, a meno di colpi di scena, dovrebbe spingere la Commissione europea ad avviare ufficialmente la procedura d’infrazione contro l’Austria “colpevole”, come da tempo denunciano le associazioni di categoria, di aver istituito divieti “fuorilegge” al Brennero, celando dietro il paravento della tutela dell’ambiente il desiderio invece di sfavorire l’economia italiana. Divieti che Paolo Uggé non ha esitato a definire “una palese violazione che colpisce l’intera economia nazionale e che contrasta con i principi di libero mercato e libera circolazione delle merci che l’Austria stessa accettò quando chiese di entrare a far parte del sistema economico europeo” ribadendo una volta di più come “le limitazioni al Brennero che l’Austria giustifica con scelte di politica ambientale danneggino l’intero sistema economico. L’importanza del valico è confermata dalle entità del valore delle merci che lo attraversano: per l’Austria transitano circa 60 milioni di tonnellate di merci. I nuovi divieti introdotti dall’Austria (che pure in questo caso esenta i propri veicoli) anche sul valico del Friuli (autostrada dei Tauri) sono la prova provata che l’iniziativa austriaca non è una scelta ecologica, ma economica (pro domo sua).