Salviamo l’enduro: parte da una petizione l’Sos contro l’intolleranza verso le due ruote

Destinatari: motociclisti e non. Oggetto: la richiesta di firmare una petizione per salvare l’enduro in Italia. “In sella” alla petizione, a guidare la raccolta di firme, i responsabili lombardi del Cer, associazione nata per la prima volta in Emilia Romagna nel 2012 (“per difendere gli enduristi e tutti gli altri escursionisti su ruote da una legge regionale presentata dal Cai e da altre associazioni ambientaliste che volevano si regolamentasse a favore dei soli escursionisti a piedi tutta la rete sentieristica emiliana”), e “diventata grande” poi con l’obiettivo di “diffondere una cultura basata sulla legalità, sul rispetto delle norme del Codice della strada, sul rispetto degli altri fruitori dei sentieri e a offrire una mano ai comuni che hanno bisogno di aiuto”, come si legge nel sito del Cer (clicca qui) “anche attraverso segnalazioni e raccolta di rifiuti abbandonati, ripristino e manutenzioni dei sentieri delle mulattiere e collaborazioni con istituzioni, Comunità montane e altri soggetti”. Una petizione postata sulla piattaforma change.org (clicca qui) dove viene denunciato come negli ultimi anni, si stia “assistendo a un crescente sentimento di intolleranza verso i mezzi motorizzati, spinti da qualsivoglia tipologia di motore, su strade bianche, sentieri e mulattiere”, con “fotografie, segnalazioni, esposti e comunicazioni di vario genere alle istituzioni, che stanno creando un clima di intolleranza che sta restringendo la libertà di chi pratica questo sport”. Una vera e propria “guerra” dichiarata agli enduristi utilizzando diverse “armi”: “dalle sospensioni di competizioni (ultimo caso, a soli tre giorni dalla sua partenza, il trofeo Ktm, Husqvarna e Gas Gas, che si sarebbe dovuto disputare a Pistoia in data 18/19 Marzo 2023) fino al “ mostruoso numero di sanzioni che vengono comminate agli enduristi, in Oltrepo’ pavese, in Bergamasca, in Toscana, in Veneto e Liguria, su strade aperte al traffico veicolare e che, malgrado la presentazione di memorie difensive accertanti la legalità del passaggio, vengono puntualmente confermate obbligando gli enduristi a presentare ricorso per far valere i propri diritti”. Con un’aggravante, puntualmente segnalata sempre nella petizione lanciata su change.org, là dove si afferma che “ultimamente anche associazioni ambientaliste collegate a rappresentanti politici cavalcano quest’onda, criticando e accusando gli escursionisti su ruote di creare danni irreparabili al territorio, senza che ci sia nessuno studio scientifico a dimostrarlo”. Cosa chiede la petizione? Che “visto e considerato l’articolo 16 della Costituzione italiana, che recita “ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”, proprio alla luce di questo, venga confermata la “legalità” dell’enduro e quindi la possibilità di praticarlo. “Prendendo impegni a collaborare sempre di più con le istituzioni per la tutela del patrimonio escursionistico e sentieristico, ma mantenerdo la nostra libertà”, come scrive l’autore della petizione che non dimentica di evidenziare “i numeri e l’importanza economica del settore moto in Italia”, con “la produzione, la distribuzione e la riparazione di motoveicoli, la produzione e distribuzione di accessori, l’organizzazione di manifestazioni sportive e di eventi promozionali che “valgono” un fatturato capace di arrivare a 4,9 miliardi di euro  e l’occupazione di 88.320 addetti” Bastano questi numeri per capire quanto sia importante il motociclismo in Italia? è la domanda finale rivolta a tutti insieme con la richiesta di aiuto, da fornire agli enduristi sotto forma di una firma della petizione. Una richiesta  rivolta agli amanti della disciplina ma anche a chi produce accessori e mezzi, a chi vende ricambi o elargisce servizi come la copertura assicurativa, ai ristoratori, che ospitano a pranzo i piloti, ai benzinai e alle officine che riparano le moto… Ma soprattutto una richiesta di sostegno decisa “perché l’enduro e l’escursionismo su ruote su strade a fondo naturali sono libertà, rispetto e amicizia”.