L’autostrada della Valtrompia? Sarebbe una nuova infrastruttura inutile, che “non risponde alle reali esigenze del territorio e del mondo produttivo”. Anzi, no, se venisse finalmente realizzata dopo decenni di attese rappresenterebbe un’infrastruttura utilissima se non addirittura indispensabile “non solo per la Val Trompia (l’unica delle tre valli bresciane priva persino di una tangenziale) ma per tutto il tessuto economico e industriale bresciano. E a trarne guadagno non sarebbe solo il mondo imprenditoriale, ma più in generale la vita dell’intera valle, sviluppo turistico incluso, con migliaia di automobilisti liberate da code, inquinamento, rischio d’incidenti.” A vedere sotto due punti di vista diametralmente opposti il progetto per la nuova infrastruttura bresciana sono un esponente politico e un rappresentante del mondo dell’autotrasporto che, in materia di collegamenti stradali e traffico, dispone sicuramente di un osservatorio particolare. Il primo è il deputato Devis Dori di Europa Verde protagonista di un’interpellanza parlamentare nella quale interviene “a gamba tesa” contro la bretella autostradale progettata per collegare il capoluogo con la Valtrompia, sostenendo, come riportato in un articolo pubnlicato dal quotidiano Brescia Oggi “che il Governo ha imboccato la strada sbagliata” e che “anzichè fermare un progetto che non risponde alle reali esigenze del territorio e del mondo produttivo, prosegue su un percorso tortuoso che avrà come unico effetto quello di sprecare molto denaro pubblico”. Il secondo è Sergio Piardi, presiden te della Fai (la federazione autotrasportatori italiani) di Brescia che appena letto quell’articolo ha immediatamente preparato una risposta inviata al direttore del quotidiano. Ecco il testo: Gentile direttore, in qualità di presidente dell’associazione degli autotrasportatori bresciani mi trovo costretto a ritornare ancora una volta – l’ennesima – sulla questione “Autostrada della Valtrompia”, visto l’articolo pubblicato sul suo giornale “Autostrada, l’ombra extra costi “rischia di bloccare i cantieri”. Nell’articolo vengono riepilogati i punti salienti dell’interrogazione parlamentare presentata al ministero della Transizione ecologica dal deputato Devis Dori di Europa Verde. Secondo l’onorevole Dori, l’opera altro non è che “un progetto che non risponde alle reali esigenze del territorio e del mondo produttivo”. Questo è falso. E adesso vado a spiegare il perché. In questi 40 anni di attesa per l’Autostrada della Valtrompia, tante imprese hanno deciso di delocalizzare, con la conseguenza di aumentare il flusso di pendolari che tutti i giorni devono mettersi in macchina per raggiungere il posto di lavoro, che non è più nel loro paese ma a decine di chilometri di distanza, peggiorando la qualità della vita, nonché dell’ambiente. Quindi “le esigenze del territorio” sono ben altre… Veniamo alle esigenze del “mondo produttivo”: ricordo che ad aprile 2018, nel corso dell’incontro con i neoeletti parlamentari bresciani presso la sede dell’allora Associazione industriale bresciana, venne presentato un documento unitario sottoscritto dalla F.ai di Brescia e da altre 11 associazioni di categoria del territorio (oltre agli industriali, anche le rappresentanze dell’autotrasporto, dell’agricoltura, degli artigiani, del commercio, delle cooperative…) dove si illustrava l’importanza di questa infrastruttura non solo per la Val Trompia (l’unica delle tre valli bresciane priva persino di una tangenziale) ma per tutto il tessuto economico ed industriale bresciano. Insomma, con la realizzazione di questa opera a guadagnarne non sarebbe solo il mondo imprenditoriale, ma più in generale la vita dell’intera valle, sviluppo turistico incluso. Ma non vanno neanche dimenticate le ragioni della sicurezza. Bastano incidenti di banale entità a creare blocchi del traffico e lunghe code, nelle quali diventa pericoloso e lento muoversi anche per i mezzi di soccorso in caso di pronto intervento.Vorrei ricordare all’onorevole Dori quanto avvenuto in Valcamonica, dove l’immobilismo e i ripensamenti hanno paralizzato un territorio ricco e pieno di industrie e potenzialità quale era nel passato Nel corso dell’interrogazione, l’onorevole Dori prosegue descrivendo l’iter di realizzazione dell’opera, “un percorso tortuoso che avrà come unico effetto quello di sprecare molto denaro pubblico”. E’ utile analizzare come si è arrivati a questi sprechi. Purtroppo in questi anni le assurde e continue ingerenze dei vari comitati “No-autostrada” hanno messo i bastoni tra le ruote al progetto che è finanziato dalla Serenissima Brescia-Padova fino a 244 milioni di euro, a fronte di un’opera che – sulla carta – non doveva superare i 155 milioni. Le continue azioni di contrasto hanno portato, da un lato, a veder lievitare in maniera spropositata i costi di realizzazione, dall’altro hanno fatto “sfumare” questi investimenti che sarebbero ricaduti a pioggia sul territorio, con il risultato che oggi il Governo deve fare i salti mortali per recuperare le risorse mancanti (andando a gravare sulle tasche dei cittadini). Sul finire dell’articolo viene riportata una dichiarazione del portavoce di Europa Verde Brescia, Salvatore Fierro, che approva il prolungamento della metropolitana cittadina fino a Gardone Valtrompia. Continuo a non comprendere come mai il mondo ambientalista ritenga siano due progetti in contrapposizione: si tratta di due opere che si completano a vicenda, ma che hanno destinatari differenti – persone e merci – e al momento la priorità è rappresentata dal traffico congestionato di veicoli e mezzi pesanti! Vorrei poi ricordare agli esponenti di Europa Verde quanto dichiarato nel 2018 dal consigliere alla pianificazione dei servizi di trasporto, Diego Peli, per il quale i 200 milioni ai tempi messi a disposizione sarebbero serviti solo per fare il primo pezzo fino a Concesio. Mai parole furono più profetiche: allo stato attuale estendere il metrò fino a Gardone Valtrompia prevede un costo stimato di 700 milioni di euro…Per concludere: anche se ormai non possiamo più chiamarla “autostrada” – perché a furia di modifiche e di ingerenze è stata declassata a “bretella” – questa opera si deve fare senza indugi, attivandosi per recuperare il tempo perso e per risollevare l’economia della Valtrompia, aiutando nel contempo tutti i pendolari – sia autotrasportatori sia automobilisti – che ogni giorno si spostano per raggiungere il luogo di lavoro, e magari contribuendo a riportare qualche azienda sul territorio”.