L’ultimo “schiaffo” del Governo ai camionisti: nessun aiuto per ridurre i costi alle stelle del Gnl

“Ripercorrere, a ritroso, ciò che è accaduto da quando è esplosa la pandemia, ormai prossima a tagliare il traguardo dei due anni, aiuta a capire molte cose. Per esempio che il mondo dell’autotrasporto riveste un ruolo strategico fondamentale non solo per l’economia ma per la vita quotidiana di tutti, per la “normalità” della vita. Decine di migliaia di autotrasportatori lo hanno confermato, con il loro lavoro quotidiano, in questo lunghissimo periodo d’emergenza dimostrando senso di responsabilità, disponibilità, coraggio, continuando a lavorare, quando moltissime altre attività si erano fermate per la paura del contagio, per assicurare il cibo nei negozi e nei supermercati, i carburanti nelle stazioni di servizio, i medicinali nelle farmacie e negli ospedali. Mettendo sempre le esigenze e i problemi del Paese davanti a tutto. Una disponibilità e un senso di responsabilità che la categoria ha sempre mostrato anche quando i suoi sforzi, il suo coraggio sono stati “ripagati” in modo che nessuno avrebbe potuto immaginare, in alcuni casi addirittura vergognoso, trattati davvero come fossero l’ultima ruota del carro e non la “ruota” che invece fa muovere l’economia, garantisce una vita normale a milioni di cittadini. Ma questa capacità, questa volontà del mondo dell’autotrasporto di “pensare prima di tutto al bene comune” è stata confermata anche quando raccogliendo un “invito planetario” a combattere l’inquinamento ambientale e far accelerare la mobilità sostenibile, gli autotrasportatori, più di molti altri, hanno investito per acquistare camion di ultima generazione, capaci di ridurre le emissioni, come per esempio quelli alimentati a Gnl. Purtroppo con identico risultato: essere ancora una volta trattati come contassero poco o nulla”. È deluso, amareggiato, ma anche arrabbiato Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo, di fronte all’ennesimo “schiaffo” ricevuto dalla categoria: la decisione del Governo di rifiutare un aiuto economico alle imprese che hanno sostituito i camion più vecchi e inquinanti con moderni mezzi a Gnl proprio per fornire il loro contributo “tangibile” alla lotta all’inquinamento e che ora si ritrovano a fare i conti con costi saliti alle stelle, addirittura a pagare il pieno quasi tre volte quanto costava pochi mesi fa. “Nei giorni scorsi la federazione nazionale – e la Fai di Bergamo a livello locale con una lettera inviata ai 18 deputati e senatori eletti nel proprio territorio – ha chiesto alla “politica” di sostenere un emendamento alla manovra Finanziaria che riconoscesse dal 1° gennaio 2022 alle imprese che operano nella logistica e nel trasporto delle merci con mezzi di trasporto ad elevata sostenibilità un credito d’imposta del 30 per cento del costo di acquisto al netto dell’imposta sul valore aggiunto di Gnl utilizzato per la trazione dei mezzi pesanti”, spiega Giuseppe Cristinelli. “Sembrava il “minimo” che si potesse fare nei confronti di imprenditori che, per il bene comune, non si sono tirati indietro neppure questa volta e hanno fatto la loro parte nonostante la crisi economica ingigantita dalla pandemia, nonostante i costi d’acquisto per i mezzi a gas notevolmente più elevati rispetto a quelli a gasolio, nonostante gli incentivi promessi fossero stati dimezzati, acquistando camion a gas per contrastare l’inquinamento; sembrava davvero il “minimo” che la classe politica potesse fare per dimostrare di essere altrettanto attenta alle esigenze e ai problemi altrui, ma anche per promuovere davvero il rinnovamento delle flotte aziendali e dunque la mobilità sostenibile, senza limitarsi ai soliti bellissimi proclami, in stile campagna elettorale. Ma anche quel “passo minimo” non è stato compiuto: l’emendamento non è passato. E questo proprio mentre in Spagna il Governo provvedeva ad accogliere invece le richieste del mondo dell’autotrasporto sottoscrivendo addirittura 20 provvedimenti in favore del settore, fra cui anche l’aggiornamento obbligatorio delle tariffe di trasporto in seguito all’aumento del prezzo del carburante. Chi guida le associazioni di categoria in Spagna ha ottenuto risposte concrete, positive: noi cosa dovremo rispondere ora a quegli associati che per per combattere l’inquinamento hanno accettato di farsi carico di ulteriori costi e che ora si ritrovano, una volta di più abbandonati da chi Governa, lasciati soli a combattere queste battaglie in difesa di tutti? Ci sono imprese che hanno acquistato decine di mezzi a gas e che ci chiedono di dire al Governo che la loro disponibilità, il loro senso di responsabilità, il loro sacrificio, sono stati dimostrati anche fin troppo. E che la loro disponibilità a continuare sulla strada di un dialogo in cui viene chiesto solo di dare senza mai avere si è esaurita…”.