L’emergenza Coronavirus dopo aver “ripulito” l’aria delle città riducendo il traffico e dunque l’inquinamento, ci lascerà in eredità un futuro invece ”avvelenato” da fiumi di gas di scarico e polveri? Il sospetto appare più che giustificato leggendo i risultati del sondaggio mensile “Come cambiano le tue abitudini”, condotta a cavallo tra i mesi di aprile e maggio da Areté (azienda leader nella consulenza strategica fondata da Massimo Ghenzer) per fotografare i cambiamenti in atto nel mondo della mobilità. Un sondaggio che rivela come sette italiani su 10, superata l’emergenza Covid-19, utilizzeranno l’auto per i propri spostamenti, mentre solo il 10 per cento tornerà a servirsi dei mezzi pubblici. Frutto di una paura d’essere contagiati, evidentemente, che ha fatto rispondere addirittura a nove intervistati su dieci di essere pronto “a muoversi, ma solo su veicoli privati, di mobilità “individuale”, facendo scendere al minimo storico la fiducia nei confronti dei mezzi pubblici, ritenuti ora anche poco sicuri sotto il profilo sanitario. Il rischio di tornare a respirare aria più inquinata dunque esiste, a meno che sempre più italiani decidano di acquistare una nuova auto, di nuova generazione, capace di abbattere l’inquinamento. Ma con la crisi economica che peggiora di giorno in giorno in quanti saranno disposti (o avranno i soldi) per rottamare la vecchia quattroruote?