Unrae: “Lo Stato pretende che i cittadini paghino i debiti ma non salda i suoi con i trasportatori”

“Quando lo Stato è creditore chiede ai cittadini, giustamente, di pagare il proprio debito. Altrettanto giustamente provveda a pagare quanto deve ai cittadini: mi riferisco agli incentivi destinati alle imprese di autotrasporto per sostituire le flotte di mezzi vecchi, pericolosi e inquinanti con camion di ultima generazione, che sono stati promessi dal Governo ma non sono ancora stati erogati alle aziende, a chi lavora. Incentivi che “risalgono” al 2017”. A chiedere allo Stato di comportarsi con la stessa “correttezza” che esige dai cittadini è stato Franco Fenoglio, amministratore delegato e presidente di Italscania Spa oltre che al volante della Sezione veicoli industriali dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere in Italia, nel corso della conferenza stampa on line (per saperne di più cliccate qui su www.unrae.it ) dal titolo “Il trasporto merci protagonista nell’emergenza: come promuoverne il ruolo strategico nella ripresa”. Un appuntamento in rete (considerata l’impossibilità di potersi incontrare per l’emergenza Coronavirus) per presentare le “proposte per preservare l’occupazione e sostenere l’intera economia nazionale” sottoposte da Unrae alle istituzioni “in un mondo, in un’Europa e in un”Italia che stanno affrontando una gravissima pandemia di cui ancora non si conoscono del tutto le dimensioni e le effettive conseguenze, anche dal un punto di vista economico e sociale”. Proposte che Franco Fenoglio ha ripercorso durante la conferenza stampa in streaming durante la quale ha ricordato i numerosi problemi da superare (oltre agli incentivi non saldati dallo Stato alle imprese, le lentezze nelle immatricolazioni e i ritardi nelle revisioni dei mezzi che, ha affermato il presidente di Unrae veicoli industriali “prevedono attese di mesi che le aziende non possono sopportare tenendo fermi i camion nei piazzali” , situazione insostenibile da risolvere passando velocemente alle norme attuative per la privatizzazione delle revisioni), chiedendo infine all’Italia il “coraggio di far ripartire le infrastrutture. L’Italia, repubblica fondata sul lavoro e non sulla burocrazia”, ha detto Franco Fenoglio, “deve abbattere la burocrazia, non deve aver paura nella battaglia che va combattuta per far sì che i 130 miliardi di euro finanziati dall’Unione europea per la logistica e le infrastrutture facciano partire quei cantieri che fanno girare il Paese. Il nuovo ponte di Genova ci ha insegnato che quando si vuole si può fare: persone che hanno lavorato insieme hanno fatto diventare possibile un’impresa che sembrava impossibile. Occorre solo avere il coraggio di abbattere la burocrazia”.