Oltre al danno sarebbe la più classica delle beffe: sanzioni nei trasporti internazionali per revisioni e certificati scaduti durante l’emergenza pandemia, senza la possibilità di poter provvedere a mettersi in regola a causa della chiusura totale o parziale delle Motorizzazioni civili. Una beffa che potrà essere evitata grazie alla decisione della Commissione europea di varare un pacchetto di iniziative per uniformare, per l’autotrasporto, in materia di patenti e revisioni in scadenza, i provvedimenti assunti dai diversi Paesi membri nell’emergenza Covid-19 con un regolamento ad hoc, prorogando inoltre la validità dei documenti di 6 mesi. Una decisione applaudita dal vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè che invita però a premere sull’acceleratore, facendo presto “o le imprese del settore, già in affanno, si ridurranno drasticamente, travolte, oltre che dal Covid, anche dalla concorrenza straniera. Il rischio era, ed è tutt’ora, quello di esporre gli operatori del trasporto su strada a sanzioni salatissime durante il servizio di trasporto internazionale”, spiega Paolo Uggè.”Il motivo? Le disposizioni che prorogano la validità di un documento come la patente di guida o il certificato di revisione del mezzo pesante valgono nel Paese che le adottate, ma nel caso di un controllo all’estero l’azienda proprietaria potrebbe vedersi affibbiare una multa salata. Ricordiamo che la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, la proroga di certificati e patenti l’ha stabilita e attuata già da tempo, con l’introduzione di un’autocertificazione da parte del titolare dell’impresa per quanto riguarda le revisioni. Misure sollecitate anche da Conftrasporto e dalla Fai (Federazione autotrasportatori italiani) che si sono rese fin da subito indispensabili per poter continuare a operare, e per le quali la ministra si è probabilmente adoperata anche in Europa. Una loro omologazione a livello comunitario è assolutamente necessaria”.Oltre che urgente, così come, conclude Paolo Uggè, “ l’approvazione, essenziale, del Pacchetto della mobilità che, rinviato per l’azione dei Paesi dell’Est, prevede l’azzeramento del dumping sociale”.