Morti di fame: i camionisti rischiano di esserlo due volte. In senso figurato ma anche letterale

Morti di fame, ovvero, come confermano i dizionari dei sinonimi, ridotti in miseria, spiantati. Una definizione che per molti autotrasportatori italiani rischia di avere un doppio significato: in senso figurato, senza “liquidità” (per colpa di aiuti statali che non arrivano ma anche di molti committenti che non pagano)  ma anche nel vero senso della parola, senza cibo con il quale nutrirsi, senza posti dove potersi fermare per pranzare, cenare. Una situazione di grave difficoltà nella quale migliaia di conducenti si trovano ogni giorno, senza però che i politici, ma anche molti organi d’informazione (compresi moltissimi “contenitori” attentissimi in compenso a raccontare la storia dei nuovi Romeo e Giulietta, innamoratisi da balcone a balcone bloccati in casa dalla quarantena…), ne parlino. Una delle tante facce di un Paese alle prese con un’emergenza mai vissuta negli ultimi decenni ma anche con un’incapacità a gestirla Continua a leggere

Il Governo apre le strade alle imprese straniere per travolgere e uccidere l’autotrasporto italiano

Sono moltissimi gli imprenditori, i lavoratori che da settimane sognano di poter ripartire, di poter recuperare finalmente i fatturati persi per l’emergenza pandemia, per il fermo forzato delle attività che ne è derivato. Persone che sognano, oltre a una fiala di vaccino, anche un’iniezione di fiducia. Un “pieno di ottimismo” per ripartire il più velocemente possibile che molti speravano di poter “fare” ascoltando la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, leggendo più attentamente il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri e i commenti dei maggiori giornali. Appuntamenti, davanti alla tv e in edicola, che hanno fatto frenare l’ottimismo per lasciare spazio alla prudenza. Continua a leggere

Maledetti camionisti, che Dio vi benedica. Così il Coronavirus ha ucciso diabolici pregiudizi

Molti pregiudizi sono duri a morire. Quelli sul mondo dell’autotrasporto, sui camionisti, a volte durissimi. Una realtà che l’emergenza Coronavirus ha fatto riemergere dal “dimenticatoio” nel quale in troppi l’avevano lasciata affondare, sbugiardando una volta di più coloro per i quali i camionisti sono quelli “brutti, sporchi e cattivi”, che inquinano, che causano code, a volte incidenti… Parola di Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, pronto a tornare a scendere in campo per demolire un tabù che, “più che per questioni ideologiche che realistiche, resiste da fin troppo tempo”. Continua a leggere