Fase due dell’emergenza: senza camion che consegnano le merci si fermerà prima di partire?

Il Governo potrà aprire fin quando vuole la fase due, ma senza chi trasporta i prodotti le merci resteranno sui piazzali. Qualche rappresentante del Governo ha riflettuto su questa possibilità, destinata a far miseramente naufragare ogni “fase due (ma anche tre quattro o cinque…..)? Nel dubbio meglio ribadire il concetto, nella certezza, come dicevano gli antichi romani che ”ripetere aiuta”. Cosa che ha puntualmente fatto Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, che al Governo ha mandato un messaggio inequivocabile, “a prova di politico”:“Non c’è più tempo da perdere, senza un decisivo intervento del Governo assisteremo a chiusure spontanee da parte di imprese di autotrasporto”. Con i camion che si fermeranno e le attività che riapriranno i battenti ma senza merci da offrire. “Il settore dell’autotrasporto è allo stremo, fra committenti che provano a sfruttare la situazione non pagando neppure le fatture di gennaio febbraio e le operazioni bancarie che seguono la prassi normale e ritardano la messa a disposizione della liquidità che era stata annunciata”, scrive Paolo Uggé. “Tutto questo sta costringendo le imprese a sospendere l’attività. Il Governo potrà aprire fin quando vuole la fase due, ma senza chi trasporta i prodotti le merci resteranno sui piazzali. L’unica iniziativa che può scongiurarlo è quella forma di liquidità che da tempo Conftrasporto aveva con grande determinazione richiesto. Non siamo stati ascoltati noi ma non è stato preso in considerazione ciò che Mario Draghi aveva suggerito”, incalza il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio. “Oggi le imprese sono al limite e ricorreranno alla cassa integrazione, alla quale il Governo dovrà far fronte se non vuole che mondo del lavoro si compatti in un’azione che rischia di divenire realmente pericolosa. Chi ha la responsabilità di governare un Paese deve cominciare a pensare a quello che potrà succedere. Se non lo farà si assumerà tutte le responsabilità di aver portato al fallimento non solo migliaia di operatori ma l’intero sistema economico nazionale”. Infine una promessa, impossibile da non comprendere per chiunque: “Si sappia che noi non staremo a guardare inermi la fine delle nostre imprese”.