Bollo auto per veicoli a noleggio: una norma assurda mette nei guai 150mila clienti

Ottantacinquemila aziende, 3.200 pubbliche amministrazioni, 60mila soggetti privati che, insieme, utilizzano oltre un milione di veicoli a noleggio: sono questi i numeri ( e le “vittime”) del nuovo “ennesimo esempio di cattiva gestione che riporta indietro di 30 anni il pagamento del bollo auto per le auto aziendali” denunciato da Aniasa, l’associazione nazionale industria dell’autonoleggio automobilistico che ha chiesto al Governo un intervento immediato per fermare una norma che aumenta la burocrazia e i costi per chi usa l’auto aziendale, che che produrrà minori introiti per l’Erario, con il rischio concreto di una forte crescita dell’evasione della tassa automobilistica e di un boom di contenziosi connessi al mancato o non corretto pagamento del bollo” Di cosa si tratta? A spiegarlo sono gli stessi responsabili dell’Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, in una lettera aperta inviata ai ministri dell’Economia e dei Trasporti. “Tutto nasce dalla norma , fortemente criticata dagli operatori, inserita nel Decreto legge fiscale, approvato a fine anno, che prevede a partire dal 1° gennaio 2020 un cambiamento epocale per il pagamento del bollo auto, cui ora è tenuto non più il proprietario del veicolo”, si legge nel documento. “Un assurdo passo indietro, l’esatto contrario del concetto di smart mobility; soprattutto in quanto la misura è di complessa applicazione e rischia di produrre pericolosi effetti inattesi”. Conseguenze puntualmente elencate nella lettera. “La norma, così come è strutturata farà nascere un forte contenzioso tributario a livello locale e nazionale (oggi inesistente),dovuto al mancato o al non corretto pagamento del bollo auto; pone inattesi problemi di gestione e di bilancio per 3.200 pubbliche amministrazioni, che utilizzano i servizi delle flotte a noleggio lungo termine, in relazione agli importi complessivi ed ai maggiori costi amministrativi; annulla il positivo ruolo di correttezza fiscale del settore del noleggio per puntualità e completezza nei pagamenti, con un prevedibile sensibile incremento dei ritardi, dell’evasione e dei costi per il recupero delle somme non pagate; genera minor gettito di Iva in considerazione del fatto, che con la precedente normativa, il pagamento del bollo era conteggiato nella formulazione del canone di noleggio; grava le imprese di noleggio veicoli di nuovi oneri operativi, stravolgendone l’offerta di servizi; complica le attività inerenti il pagamento del superbollo”. “Un provvedimento nato male e gestito peggio, in totale antitesi con la tanto declamata semplificazione amministrativa, che complica la vita del contribuente”, ha sintetizzato Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa, chiedendo al Governo “di correggere repentinamente il tiro per gestire questa transizione nel pagamento della tassa automobilistica e scongiurare il black-out tra amministrazioni locali, garantendo maggiore chiarezza sulle procedure da seguire”. Posticipando, nel frattempo, l’applicazione della disposizione”.