“Mi unisco alle associazioni di autotrasporto italiane per manifestare profondo disappunto nei confronti di questo governo che si dimostra totalmente sordo, disinteressato e incapace di ascoltare le istanze di un settore strategico per la nostra economia quale quello dei trasporti nazionali, internazionali e della logistica. Ci troviamo di fronte all’ennesimo atteggiamento inaccettabile della coppia M5S-Pd che si somma all’assurda notizia che sta circolando in queste ore e cioè che il governo del tradimento, in nome di un falso “green”, voglia addirittura eliminare il beneficio della riduzione delle accise del gasolio a favore delle aziende di autotrasporto e di autoservizi per i loro veicoli categorie Euro 3 ed Euro 4, che rappresentano la grandissima percentuale del parco mezzi circolante in Italia”. Ad affermarlo è Paolo Paternoster, parlamentare leghista veronese che prima di approdare nel mondo politico è stato imprenditore e dirigente d’azienda e quindi può probabilmente comprendere meglio di chi nella vita ha svolto solamente il lavoro di “politico” quanto certe decisioni prese da amministratori pubblici impreparati su una precisa materia possano danneggiare un’intera categoria di lavoratori. “A questi signori, protagonisti del governo delle tasse, bisogna ricordare che se una azienda non cambia regolarmente i propri mezzi non lo fa certo per il banale desiderio di inquinare l’ambiente (tematica alla quale siamo ovviamente molto sensibili) ma semplicemente perché non ha a disposizione le risorse economiche per farlo, anche a causa di una crisi mondiale che ci sta colpendo”, ha aggiunto l’esponente della lega annunciando di essere disposto “a fare le barricate anche su questo scandaloso provvedimento”. Una presa di posizione chiarissima che Conftrasporto ha pubblicato sul proprio sito nazionale invitando tutti gli esponenti politici di far conoscere la propria opinione e la propria posizione sulla decisione da parte dell’esecutivo Unatras di proclamare il fermo dell’autotrasporto delegando alla presidenza la definizione delle modalità attuative. Un invito a schierarsi dicendo cosa ne pensano, senza “nascondersi” dietro il silenzio come invece ha fatto, per settimane, il ministro Paola De Micheli che ha scelto di non rispondere alle richieste d’incontro. Provocando l’inevitabile scontro.