Tir di nuovo sotto attacco, ma le accuse per quanto accaduto al Brennero sono infondate

“Quello che è accaduto tra venerdì notte e sabato sull’Autostrada del Brennero investita  da un’ondata di maltempo sta portando all’ennesimo attacco “gratuito” contro i tir, colpevoli secondo alcuni di aver paralizzato la A22. La radice del problema va invece cercata poco più in là dei nostri confini: in Austria”. Sono in molti, in queste ore, fra i rappresentati del mondo dell’autotrasporto, a puntare l’indice accusatore contro i “veri responsabili” dei problemi di circolazione sulla A22. Fra loro c’è anche Sergio Piardi, presidente della Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Brescia, che in una lettera aperta inviata alla stampa ha ribadito come “ormai da tempo, a causa del divieto notturno e del nuovo divieto di circolazione del sabato mattina in Tirolo, ogni venerdì sera si formi una lunga colonna di mezzi pesanti sul versante sud del Brennero, soprattutto quelli che trasportano merci deperibili o comunque non autorizzati a circolare di notte, per passare il confine prima delle 22 ed evitare una lunga sosta nel fine settimana. Una situazione che prima o poi doveva esplodere”, sottolinea  Sergio Piardi, “e così è successo. A scagionare i mezzi pesanti sono gli stessi vertici di Autobrennero, che in una nota hanno sottolineato come venerdì sera, ad aggravare la solita precaria situazione, sia stata la presenza di numerosi motociclisti che si sono avventurati sulla carreggiata nord per raggiungere un motoraduno in Baviera”.  Una nota nella quale si legge che “la velocità ridotta e le numerose cadute hanno obbligato i mezzi pesanti a frequenti fermate e invasioni di corsia, con la conseguente difficoltà nel ripartire in salita”. Un attacco gratuito dunque a chi quell’autostrada la stava percorrendo per lavoro e non certo per andare a divertirsi, come nel caso dei motociclisti, aggravato da quella che Sergio Piardi non esita a definire una “provocazione, da parte del Codacons”.Il riferimento è alla  richiesta, da parte del comitato di mettere sotto inchiesta, con le accuse di interruzione di pubblico servizio, concorso in blocco stradale e addirittura di sequestro di persona, i conducenti dei mezzi pesanti entrati sull’autostrada del Brennero senza catene e gomme da neve contribuendo con il loro comportamento a far sì che migliaia di cittadini rimanessero bloccati per ore sotto la neve. “Basterebbe informarsi per sapere che da anni per i mezzi pesanti non esistono più pneumatici estivi e invernali, ma solamente pneumatici “M+S”, vale a dire gomme valide per tutte le condizioni, sia in inverno sia d’estate”, sottolinea Sergio Piardi. “Inoltre i tir sono tutti muniti di catene da neve, indispensabili per circolare nei paesi del Nord, che però in quel momento non hanno potuto montare a causa del forte accumulo di neve e della circolazione delle motociclette che impediva di fermarsi: se qualcuno era sprovvisto ne pagherà le conseguenze, ma non spariamo nel mucchio”. Agli esponenti del Codacons, il presidente della Fai bresciana segnala inoltre un altro aspetto: “A restare bloccati sotto la neve non sono stati solo gli automobilisti: sabato sera i tir erano ancora in coda tra Chiusa e Vipiteno, ed è stato necessario soccorrere un autista che ha accusato un malore dopo le numerose ore trascorse al freddo sul proprio camion. Capisco che gli automobilisti che utilizzano le autostrade vorrebbero averle libere dal traffico pesante, ma noi facciamo solo il nostro dovere per servire i committenti e svolgiamo un servizio essenziale per l’economia. Nessun camion circola sulle strade per divertimento! E allora può succedere (ed è successo sabato!) che un mezzo pesante che alle 6 del sabato mattina era al confine con il Brennero non ha potuto muoversi perché il piazzale in cui sostava era bloccato dalla neve, e solo alle 22 è riuscito a raggiungere Bolzano, dopo ben 16 ore! Oppure gli autisti che dopo molta fatica hanno raggiunto Bressanone, sono stati costretti a tornare indietro fino a Trento. Intanto l’opinione pubblica spinge per mettere le merci su rotaia: giustissimo, peccato che venerdì l’Austria avesse soppresso la circolazione dei treni, quindi nessun veicolo ha potuto usufruire del servizio di navettaggio. Veniamo continuamente colpevolizzati, ma non ci vengono offerte soluzioni! Se un veicolo che sta viaggiando si trova in un ingorgo, finisce le ore di guida che deve rispettare (ricordo che una giornata di lavoro si perde solo per attraversare l’Austria…) e non vuole incorrere in sanzioni, cosa deve fare? Attualmente non c’è una normativa che consenta deroghe per circolare in situazioni eccezionali o in caso di emergenza, quindi la risposta è semplice: si ferma! Se invece la circolazione avvenisse in modo uniforme, senza limitazioni orarie, anche in caso di neve il passaggio “continuo” dei mezzi pesanti “spianerebbe” la strada. Senza prese di posizione a livello europeo da parte del nostro Governo, la politica unilaterale dell’Austria contro il traffico commerciale oltre a procurare incolonnamenti sulla A22 con conseguente disagio per gli utenti dell’infrastruttura, ci danneggia enormemente perché le merci restano ferme nei magazzini o sui mezzi di trasporto facendo lievitare notevolmente i costi (170 milioni di euro) per ogni ora di ritardo. Questa è l’ennesima dimostrazione che i divieti portano solo danni e molte complicazioni, non solo per la viabilità, ma anche per il sistema economico”. Infine un appello, e allo stesso tempo un “consiglio”, al ministro per le Infrastrutture e i trasporti Danilo Toninelli: “al ministro vorrei dire che quando accade una simile emergenza, è necessario verificare le responsabilità, per esempio sulla corretta pulizia dell’autostrada, ma sono certamente inutili i proclami di modificare le concessioni, siano pubbliche o private! Non è questa la sede: vediamo invece di intervenire sui divieti del Tirolo, del contingentamento dell’Austria, e chi più ne ha, più ne metta”.