Che senso ha costruire tir non inquinanti se poi non si aiutano le imprese ad acquistarli?

“Una politica che obbliga i costruttori a sforzi finanziari e tecnologici inauditi per ridurre le emissioni allo scarico dei veicoli è priva di ogni fondamento programmatico concreto se poi i conseguenti benefici in termini di sostenibilità non possono essere effettivamente trasferiti alla circolazione stradale, perché il parco circolante non trova le risorse per un consistente rinnovo”. È una vera e propria stroncatura quella contenuta nel documento con cui i vertici di Conftrasporto, Federauto e Unrae, Sezione veicoli industriali, anelli del sistema Confcommercio, commentano la decisione, approvata il 14 novembre dai quattro quinti del Parlamento europeo d’imporre limiti alle emissioni di CO2 anche per i veicoli pesanti, puntando a ridurle di oltre il 35 per cento entro il 2030. “Pur condividendo pienamente gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile”, si legge nel documento, “ anche ammesso che tali obiettivi siano tecnicamente raggiungibili in fase di produzione, senza adeguati meccanismi di incentivazione, come lo stesso Parlamento Europeo ha riconosciuto, difficilmente si tradurranno in un conseguente rinnovo del parco circolante coerente con essi, poiché non saranno promossi i necessari cambiamenti strutturali del mercato che potrebbero condurre a una effettiva riduzione delle emissioni. I responsabili di Conftrasporto, Federauto e Unrae, Sezione veicoli industriali hanno anche sottolineato la necessità di basare ogni futura scelta “su dati oggettivi e informazioni realistiche”, coinvolgendo “tutti gli attori della filiera, senza fughe in avanti non coordinate che penalizzerebbero inutilmente una sola componente, senza conseguire i risultati attesi” Al Governo italiano viene invece posta un’altra domanda, altrettanto fondamentale: “come intende conciliare obiettivi tanto ambiziosi, condivisi a livello europeo, con l’adozione di politiche nazionali di sussidi a pioggia concessi agli autotrasportatori, senza alcun criterio premiante nell’ottica della sostenibilità ambientale, ovvero con la decisione di non prorogare efficaci politiche di sostegno al rinnovo del parco circolante, quale ad esempio il superammortamento?.

Una politica di rinnovo sostenibile del parco circolante che punti concretamente alla soluzione dei problemi ambientali non può essere strabica o perseguita a targhe alterne: a Strasburgo sì e a Roma no”.